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sul blog del Caffè Letterario La Luna e il Drago

lunedì 29 gennaio 2018

Il Gruppo “Le Grazie“ sul palco del Teatro Monticello di Grottaglie con “Li pacci siti vui”

I folli chi sono? Il Gruppo “Le Grazie“ sul palco del Teatro Monticello di Grottaglie con “Li pacci siti vui” con attori solidi e scene ben articolate in una brillante commedia di Scarpetta

Pierfranco Bruni

Il teatro si vive sempre smettendo la maschera dell’uomo e indossando quella del personaggio. Nel teatro amatoriale questo avviene sempre, tranne in casi eccezionali in cui l’attore – uomo porta dentro il suo caratura il personaggio di ciò che avrebbe voluto essere. Così la rappresenta. Nel teatro di Scarpetta Eduardo la mistura tra reale e rappresentativo è una incognita che si risolve solo sulla scena.
La Compagnia Teatrale di Grottaglie (ovvero Gruppo culturale teatrale) “Le Grazie” della Parrocchia Madonna delle Grazie ha portato in scena, per la regia di Ciro Aquaviva, “Li pacci siti vui”. Un libero adattamento di un testo, appunto, di Eduardo Scarpetta. Una Commedia in tre atti che il Gruppo Teatrale ha magistralmente gestito con una appropriazione di linguaggio ben curato, in un vocabolario “volgare” tra il napoletano popolare, quindi alla Scarpetta e poi dei De Filippo (più estetizzato), e il Grottagliese che ha un idioma la cui matrice linguistica è salento – napoletano in una traiettoria di un archeolinguaggio messapico. Le antropologie delle parlate recuperato il senso di una comunità.

martedì 23 gennaio 2018

DIAFORUM – Mesoamerica e Fame nella terra dei Maya

PRESENZA LUCANA           
Sabato 20 Gennaio 2018
di Michele Santoro

DIAFORUM – Mesoamerica e Fame nella terra dei Maya

Michele Santoro (a dx) con i due relatori
Gaetano Appeso e Franco Guarino
Si è svolto, nell’ambito dei Venerdì Culturali di Presenza Lucana, un incontro diviso in due momenti della cartella Diaforum.
Dopo “Tianchào, taccuino di un viaggio in Oriente”, Premio Letterario città di Firenze (2017), è ritornato a Presenza Lucana  lo scrittore Gaetano Appeso con un nuovo testo, pubblicato dall’Editore Antonio Dellisanti e candidato a diventare libro dell’anno 2018. “Mesoamerica, sulle tracce del serpente piumato” è a pochi mesi dall’uscita il libro dei record: sinora conta già due edizioni, cinque ristampe e migliaia di copie vendute. Il viaggio compiuto dall’autore, Ufficiale della Marina Militare Italiana,   diventa diario piacevole in un testo scorrevolissimo e che affascina il lettore che ha la fortuna di leggerlo.
Mesoamerica è un termine geostorico che indica il territorio  occupato da civiltà preispaniche formate dalla metà meridionale dell'attuale Messico, Guatemala, El Salvador, Belize e Honduras occidentale, Nicaragua. In alcuni casi è inclusa anche la Costa Rica.
La Mesoamerica è considerata una delle sei culle della prima civiltà del mondo. Tuttavia, è un termine aperto al dibattito, poiché è destinato a coprire diversi periodi e popoli all'interno dello stesso territorio.

venerdì 19 gennaio 2018

Pierfranco Bruni a Milano in una Serata Evento per il suo Ulisse con “Il Canto di Nessuno”.

Una originale interpretazione di un Ulisse tra metafisica e mito

Pierfranco Bruni Sabato 20 Gennaio a Milano racconta con “Il Canto di Nessuno” (Edizioni Saletta dell’Uva) il suo Canto di Ulisse. Un importante Evento molto atteso in una città come Milano che con Pierfranco Bruni ha stabilito un forte legame umano e culturale. 
L’incontro letterario, a cura di Stefania Romito (Rappresentante letteraria del CENTRO LEONARDO DA VINCI fondato dall’artista Davide Foschi) si svolgerà a Milano il 20 Gennaio alle ore 17.45 presso lo Spazio Eventi Area Ufficio Network del NUOVO RINASCIMENTO, in viale Gian Galeazzo, 31.

“IL CANTO DI NESSUNO” rappresenta un viaggio nel complesso e affascinante pensiero di Pierfranco Bruni costantemente alla riscoperta di sé attraverso i grandi personaggi del passato che hanno fatto la storia della letteratura. L’autore sa bene che si parte per cercare se stessi in un nostos che dà certezze ma che non placa le inquietudini dell’anima. «Il viaggio è un costante ricercare», afferma Bruni «Cercare cercandosi. Nostos è un attraversamento che si compie nel cerchio magico del nostro essere».

giovedì 18 gennaio 2018

240 anni fa nasceva Ugo Foscolo. La rivoluzione come attualità

di Pierfranco Bruni

La attualità del rivoluzionario che recupera la tradizione. Un tassello importante per un poeta come Ugo Foscolo a 240 anni dalla nascita. Un percorso che resta fondamentale in una età della ragione che in Foscolo ritrova la malinconia e il tempo tragico. Foscolo è la tradizione post medievale ma è anche il rivoluzionario che annuncia il romantico sentire la vita con la metafisica dell’anima. Infatti non si può prescindere da una osservazione che si apre alla modernità della letteratura attraverso il disegno della tradizione e della memoria: “L'arte non consiste nel rappresentare cose nuove, bensì nel rappresentare con novità”.

Ugo Foscolo. Il poeta che traccia il silenzio dei “Sepolcri” e la grecità di Zante nel canto sublime di un ulissismo dolorante. La rivoluzione e l’eresia. Un binomio che permette di leggere Ugo Foscolo tra il superamento della Ragione e la “rappresentazione” del rivoluzionario nella sua attualità. Ugo Foscolo. L’inquietudine dell’intellettuale moderno nell’eresia del rivoluzionario è un percorso fondamentale per comprende l’agonia di un’epoca e la solitudine di un uomo.

martedì 16 gennaio 2018

Alvarez de Castillo raccontò la verità del dubbio senza parole. Chi era Alvarez de Castillo?

Pierfranco Bruni

Chi è Alvarez de Castillo? È difficile poterlo trovare nei libri scolastici. Nelle pagine internet. Mai si inventa. Si inventa ciò che già esiste. La vita è condizionamento. Sempre. Era nato in un piccolo paese del Perù. Andino? Sciamano! Gli sciamani sorridono e dicono il dubbio non affidandosi alla verità, ma alla certezza che la verità è dubbio. Non di domandano: Cosa è la Verità.  
Spesso mi chiedo perché ci sentiamo in un paese delle meraviglie quando siamo in un paese delle disperazioni. La differenza tra disperazione e tragico? La disperazione è Cesare Pavese che non comprende il tragico di Seneca.
Il dolore e la nenia è Leopardi che si inventa una malinconia per diventare personaggio dentro le rimembranze e offre alla filosofia una morale che non può avere. La filosofia non è morale e non ha morale. La filosofia è la follia del tragico che cerca di annullare la disperazione viaggiando dove abita Tiresia.
Condizionamenti! Alvaro Corrado non amava Leopardi. Papini aveva capito che la filosofia delle “Operette morali” diventava un gioco di leggerezza. Gli Illuministi hanno sempre vissuto la leggerezza del nulla non indossando mai maschere, ma diventando dei doppi. Le ambiguità sono vitali in un tempo di incoerenza. La maschera è la recita dei centomila che diventano memorie sommerse.
Enea legge ciò che sarà. Non ciò che è stato, come Ulisse. Ma viene dall’Oriente. Enea è Oriente e Ulisse Occidente. È l'Oriente che inventa Roma paganamente cristiana. Cristo è la Profezia ma anche la Provvidenza. Aveva messo in conto la doppiezza dell’incolto Pietro. Già perché la Profezia è "magia" e la Provvidenza è il "sacro".

lunedì 15 gennaio 2018

Nella Giornata del Dialetto alcuni inediti dialettali del colonnello Agostino Gaudinieri...

...nella sua Calabria contaminata da una diversità di  koinè in una elegante cartella curata da Micol e Pierfranco Bruni

La poesia e il dialetto. Un binomio che è espressione di un modello linguistico articolato lungo il cammino dei territori. Il dialetto è una manifestazione di identità e di tradizione. Dopo il  servizio andato in onda su Rai Tre dedicato ad Agostino Gaudinieri
​(https://www.youtube.com/watch?v=uEHaAx8vDgs&app=desktop) si continua a parlare di Agostino Gaudinieri ma sotto un aspetto particolare, quello del poeta in dialetto di una Calabria contaminata di diversi idiomi.



In occasione della Giornata del Dialetto e delle Lingue Locali è stata data alle stampe una Cartella dedicata, appunto, alla poesia dialettale di Agostino Gaudinieri. La Cartella è stata curata sul piano grafico da Anna Montella e articolata sul piano scientifico da Micol e Pierfranco Bruni, nell’ambito del Progetto Etnie - Letteratura del Mibact.

​Gaudinieri era un militare di carriera. Infatti tra i soldati, militari ufficiali, ricorre spesso il nome di Agostino Gaudinieri. Il Gaudinieri, nato a Spezzano Albanese il 28 luglio del 1892, che arriverà a rivestire successivamente il ruolo di Colonnello, viene nominato con Regio decreto del 16 aprile del 1914 Sottotenente di complemento di Fanteria, la cui nomina viene pubblicata sulla “Gazzetta Ufficiale del Regno d’Italia” in data 18 maggio 1914, numero 117. 

21 Febbraio Giornata della Lingua. Un bene culturale immateriale.

di Pierfranco Bruni*
(Mibact)

La Lingua madre ha sempre avuto una funzione fondamentale nella Identità delle tradizioni. Il 21 Febbraio si celebra la Giornata internazionale della Lingua. Una Cartella studio, nell’ambito delle attività di promozione e valorizzazione della lingua italiana,  traccia un preciso percorso tra lingua, linguaggi e scrittori. La funzione della lingua in un contesto di culture comparate apre un dialogo vasto tra il concetto di immateriale e materiale all’interno della decodificazione dei beni culturali. La lingua non è mai ideologia. Ha la sua dialettica in un processo che è pedagogico e metodologico. Il dibattito aperto da Manzoni non si è mai chiuso. Così quel grande pensiero che vive nel De Vulgare di Dante. Bisognerà dare un ruolo consistente alla lingua italiana soprattutto partendo dalla letteratura del Novecento.

venerdì 12 gennaio 2018

Giorgio Castriota Scanderbeg e le città italiane a 550 anni dalla morte

di Micol Bruni*

Un eroe, un personaggio, un militare tra Adriatico e Mediterraneo, tra Albania e Regno di Napoli. Giorgio Castriota Scanderbeg. Siamo ad una celebrazione importante. 550 anni fa moriva il condottiero. Era il 17 gennaio del 1468. Le città italiane, soprattutto quelle sull’Adriatico, devo molto alla politica di Scanderbeg a cominciare da Venezia.

Si pensi che quando Scanderbeg preparava la difesa contro Murad scoppiò un conflitto con Venezia che si impossessò della città di Dagno trascurando i diritti di Scanderbeg che ne vantava il possesso in base ai trattati di successione con il defunto signore Lek Zacaria.
Scanderbeg dopo una prima vittoria contro Venezia preferì però farsela alleata contro i turchi anche se la città era sempre sospettosa nei confronti dei capi albanesi, infatti, era contraria alla unificazione della Albania per paura che gli Albanesi stessi,potessero riprendersi le città costiere e l’entroterra in loro possesso preferendo la frantumazione in tanti stati indipendenti e usando per questa politica il metodo divide et impera. La diffidenza di Venezia era accentuata in conseguenza della politica filonapoletana che il condottiero albanese aveva iniziato nel 1451 con Alfonso d’Aragona re di Napoli.

mercoledì 10 gennaio 2018

Il falò nella teatralità del rito e nella tradizione dei miti. Dalla Focara di Novoli alla Foc’ra di Grottaglie

di Pierfranco Bruni*

Il falò è una rappresentazione di una civiltà in cui i modelli etnici costituiscono il linguaggio di una rievocazione. La rievocazione recupera il mito per farlo diventare rito. Il mito e il rito sono la teatralità di una antropologia del linguaggio sommerso delle etnie. Il Mediterraneo è anche la terra dei falò. L’Occidente e l’Oriente. Disse Rûmi:  “Il fuoco non ha più fumo quando è diventato fiamma”.

La Puglia tra Adriatico e Mediterraneo ha il canto delle magie, come la Calabria ha il canto delle magare. La Campania la danza delle streghe. La Tarantata è l’Oriente che danza nella grecità e nel bizantino mondo. Brindisi (e Mesagne), Novoli (Lecce) e Grottaglie (Taranto) hanno l’antica tradizione dell’accensione dei falò che è strettamente legata ad una cultura popolare il cui elemento fondamentale resta la religiosità. Ogni Regione, comunque, ha la sua teatralità con il falò. Cambiano le tradizioni e cambiano i luoghi e cambiano le date. Ma la grata simbolica ha sempre un “amuleto” come segno di rappresentatività orfico – propiziatrice.

venerdì 5 gennaio 2018

Pierfranco Bruni,chiamato a relazionare al Convegno Internazionale di Studi, che si svolgerà a Roma, nella Sala della Biblioteca del Senato della Repubblica nel maggio del 2018

Pierfranco Bruni, Archeologo Direttore del Mibact con competenze Demoetnoantropologiche, è stato chiamato a relazionare al Convegno Internazionale di Studi, che si svolgerà a Roma, nella Sala della Biblioteca del Senato della Repubblica nel maggio del 2018, sul tema:  “L’Inquisizione Romana e i suoi archivi. A vent’anni dall’apertura dell’ACDF”  organizzato da MEMORIA FIDEI IV  Archivio della Congregazione per la Dottrina della Fede, con  un contributo su “L’Inquisizione nella filmografia romana tra critica e spettacolo”.
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L’apertura dell’Archivio storico della Congregazione per la Dottrina della Fede compie venti anni.Cinema e Inquisizione romana: un discorso da rileggere
Di Pierfranco Bruni

A venti anni  dall’apertura dell’ Archivio storico della Congregazione per la Dottrina della Fede la storia della Inquisizione è un capitolo di una importanza straordinaria per comprendere la civiltà politica delle Chiese. Può essere letta attraversandola da diverse angolature e da diversi modelli interpretativi, ma resta all’interno dei processi culturali non solo ecclesiastici. Dalla storia tout court alla letteratura. Dalle arti al cinema. Dalla teologia alla filosofia. La storia è ideologia. Anche quando penetra la letteratura cinematografica. Soprattutto perché l’impatto diviene immediato.
L’immagine come dimensione di un raccontare la storia. Nel tema specifico ci sono aspetti che sono stati attraversati sia per dare risalto a processi storici veri e propri sia per dare un senso ai nuovi effetti speciali servendosi sempre di riferimenti che hanno alla base l’elemento storico.
In questo particolare percorso la filmografia ha dovuto fare i conti, per la maggior parte delle sue proposte, con la letteratura.

17 Gennaio 2018 La Giornata del Dialetto e delle Lingue locali.

Un bene culturale immateriale per un territorio
di modelli etno-antrolopoligici

Pierfranco Bruni
(Mibact)

La storia delle lingue è dentro l'identità degli idiomi che caratterizzano un territorio sia dal punto di vista storico - geografico che linguistico vero e proprio. Credo che sia necessario ripensare alla cultura dei dialetti non solo attraverso una chiave di lettura antropologica ma anche grazie ad un percorso giuridico, che ponga le basi per una vera e propria legge di tutela sui dialetti, che non sia la stessa che tuteli le cosiddette lingue minoritarie.
L'Italia è una Nazione, che si caratterizza culturalmente proprio per la varietà delle forme dialettali da non confondersi con "altre lingue". Il dialetto è parte integrante del costume e della tradizione di una Regione ma anche di territori all'interno di una stessa Regione.
Ci sono varianti nei dialetti della lingua italiana, che mostrano la vera storia di una comunità ben definita all'interno della comune identità ed eredità nazionale. Ecco perché occorre puntare ai dialetti come patrimonio culturale, partendo da un presupposto preciso che è quello che devono restare, i dialetti stessi, dei modelli in una visione tra recupero delle tradizioni e letture antropologiche.