“Pascoli e D’Annunzio: l’estetica del Novecento”.
Convegno nazionale con la prolusione di Pierfranco Bruni –
Roma – 28 – 29 Dicembre
Pierfranco Bruni: “Pascoli è nella modernità e D’Annunzio è nostro contemporaneo”
“Giovanni Pascoli e Gabriele D’Annunzio: due anniversari nell’estetica del Novecento letterario”. È il tema di un Convegno Nazionale che si svolgerà 27, 28 e 29 Dicembre a Roma nella Sala Diego Fabbri di Palazzo Sora. Un Convegno che fa il punto sulle valenze dialettiche espresse nel centenario della morte di Giovanni Pascoli (1912 – 2012) e a 150 anni dalla nascita di Gabriele D’Annunzio (1863 – 2013).
Un raccordo che resta fondamentale nella visione sia storico – critica del Novecento italiano sia estetica in una dimensione sia poetica che narrativa.
“Pascoli è nel Novecento poetico europeo, sottolinea Pierfranco Bruni,
Vice presidente nazionale del Sindacato Libero Scrittori Italiani, che aprirà, con la sua Prolusione, i lavori di sabato 28 Dicembre, e vi resta soprattutto per i temi del viaggio e dell’ulissismo espressi nelle opere successive rispetto alla sua prima e innovativa produzione letteraria. Con D‘Annunzio si va certamente oltre. Oltre lo stesso Pascoli ma anche oltre il Novecento. In D’Annunzio c’è il destino dei personaggi ma l’indirizzo di una moderna estetica assume quel senso tragico che vive in tutti i suoi romanzi”.
Vice presidente nazionale del Sindacato Libero Scrittori Italiani, che aprirà, con la sua Prolusione, i lavori di sabato 28 Dicembre, e vi resta soprattutto per i temi del viaggio e dell’ulissismo espressi nelle opere successive rispetto alla sua prima e innovativa produzione letteraria. Con D‘Annunzio si va certamente oltre. Oltre lo stesso Pascoli ma anche oltre il Novecento. In D’Annunzio c’è il destino dei personaggi ma l’indirizzo di una moderna estetica assume quel senso tragico che vive in tutti i suoi romanzi”.
Pascoli e D’Annunzio sono i riferimenti che permettono di traghettare una letteratura ancorata a moduli ottocenteschi ad una dimensione in cui l’estetica assume i contorni di un processo linguistico ma anche problematico.
“Con Carducci, sottolinea ancora Pierfranco Bruni, non si superano gli steccati dell’Ottocento e siamo, con la sua poesia, ancora in una temperie storicamente risorgimentale e sul piano letterario si consumano le ambiguità del Romanticismo. Con Pascoli e D’Annunzio, invece, si entra anche in una storia politica diversa e in una letteratura che caratterizzerà l’intero Novecento. Molto Pascoli vive ancora oggi. Tanto D’Annunzio vibra nella letteratura moderna. Carducci chiude il suo ciclo nel momento in cui entrano in scena le corde di un decadentismo esistenzialista”.
Il Convegno, comunque, proporrà diverse chiavi di lettura, con numerosi interventi, e le interpretazioni saranno elementi di approfondimento nei mesi successivi con il dibattito sulla figura e sull’opera complessiva di Gabriele D’Annunzio.
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