Il mondo Mediterraneo dei Costumi delle donne degli anni Quaranta letto da Pierfranco Bruni in uno studio che è diventato una Mostra.
Pierfranco Bruni: “La cultura di un popolo è anche nella civiltà dei costumi e nella tradizione dell’abbigliamento. Soprattutto il mondo mediterraneo offre spaccati di umanità attraverso l’abito che si indossava epropone dei precisi dettagli per comprendere la storia di una comunità in una visione sia estetica che etica”.
“Donne e costumi. Il mondo Arabo. Il mondo Albanese”. È il titolo di una Mostra in corso di svolgimento al Terrazzo Pellegrini di Cosenza. La mostra è stata presentata da Pierfranco Bruni, esperto di letterature ed etnie del Mediterraneo e Responsabile del Progetto “Minoranze storiche” del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo.
Si tratta di un percorso storico di alcune forme antropologiche che offrono una chiave di lettura della cultura del Mediterraneo attraverso i costumi e gli abiti tra anni Trenta e Quaranta.
Pierfranco Bruni, profondo conoscitore delle culture del Mediterraneo, continua a lavorare sul rapporto tra letteratura e modelli etnici all’interno di un contesto geopolitica che è quello che intreccia la realtà dei Balcani e la realtà dei Mediterranei.
Più volte, con numerose pubblicazioni, Pierfranco Bruni si è soffermato su questi incisi grazie a testi che sono stati tradotti sia in albanese che in arabo. Già a qualche decennio fa risale il suo imponente studio dal titolo: “Mediterraneo. Percorsi di civiltà nella letteratura”.
Bruni studiando le letteratura e le etnie del Mediterraneo ci propone una chiave di lettura che è quella dei “vestimenti” delle donne in uno scavo che rimanda al rapporto tra l’Italia e il Mediterraneo tra gli anni del Regime.
Si tratta di un interessante e originale itinerario per immagini di donne arabe e albanesi e risale alla temperie degli anni tra il 1930 e 1940. Quaranta immagini con costumi tipici di quel tempo che rispecchiano le culture albanesi e arabe con i volti, la vestitura, la posa.
Tre aspetti che la Mostra porta come elemento centrale. Sono immagini che offrono uno spaccato interpretativo sia storico – geografico che antropologico. È proprio l’aspetto antropologico l’elemento predominante oltre chiaramente quello fotografico.
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