PRESENZA LUCANA Presidente: Michele Santoro
Associazione
Culturale e Sociale
Via Veneto 106/a
Tel. 099/7384301
Cell 338.4945141
E-mail:
presenzalucana@libero.it
Mercoledì 21 gennaio 2015
PRESENZA LUCANA” – 25° Anno
STORIA DEL SUD –
Miseria e nobiltà nella Taranto Antica.
Dopo l’incontro
dedicato alla Letteratura del Novecento con la presentazione del poeta e
traduttore pugliese Vittorio Bodini, ritorna per la cartella “Storie del Sud”
lo studioso Angelo Conte con una relazione dal titolo: Miseria e nobiltà nella
Taranto antica.
E’ questa
dell’archeologo Conte una nuova ricerca che da seguito al testo “La dea del
sorriso”, riferito alla “Statua di Persefone” che fu trafugata nel 1912 e che
si trova attualmente all’Altes Museum di Berlino.
La nascita del ceto
aristocratico cominciò a manifestarsi nella nostra città a partire dalla
seconda metà del VI sec., per continuare fino ai primi decenni del V sec. a.C.
Il suo potere si
basava essenzialmente su proprietà terriera, pastorizia, allevamento,
agricoltura e commercio. Non per nulla i
coloni spartani, guidati da Falanto, su suggerimento dell’oracolo di Delfi,
scelsero il territorio di Taranto per le sue caratteristiche ambientali, le
terre fertili, il mare pescoso e la buona difendibilità da attacchi nemici.
Avrebbero potuto conquistare ampi territori, ma la loro azione espansiva fu
sempre frenata dalle bellicose popolazioni indigene limitrofe: quella dei
Messapi che occupavano l’attuale Salento e quella dei Peuceti situati nell’area
dell’attuale barese.
La proprietà terriera, pastorizia, allevamento di animali,
specie cavalli e pecore per i quali Taranto andò famosa nei secoli, permisero
la nascita e il formarsi di una ricca classe egemone, quella degli
aristocratici, che per molti decenni detennero, e in maniera assoluta, il
potere economico, politico, militare, religioso e riducendo in una stato di
schiavitù o quasi, il resto della popolazione.
Attraverso fonti
letterarie ed iconografiche, saranno illustrate le due facce della medaglia: da
una parte la vita gaudente dei ricchi aristocratici, dall’altra la miserevole
condizione dei servi e degli schiavi.
Attraverso immagini
tratte in gran parte dai vasi del nostro Museo, espressione dell’auto
rappresentatività delle classi dirigenti tarantine, ma anche del modesto lavoro
delle classi dipendenti, saranno illustrati alcuni aspetti piacevoli della vita
quotidiana dei giovani aristocratici, a iniziare dalla caccia, con la pratica
della quale i giovani dovevano fornire prova di sapersi gestire nei momenti di
difficoltà. Altro momento sarà quello della partecipazione al simposio, rituale
del bere e del mangiare insieme, riservato alle classi emergenti, durante il
quale si discuteva piacevolmente di politica, poesia, musica, per concludersi
allegramente alla presenza di dolci ragazze (le etere) col compito di allietare
i presenti con canti, danze, esibizioni musicali e prestazioni sessuali.
Altri momenti
importanti della vita dell’aristocratico erano l’istruzione, affidato a maestri
di letteratura, musica, matematica e scrittura, finalizzata alla formazione del
carattere e delle qualità morali, unitamente alla cura del corpo; quest’ultima
si svolgeva all’interno dei ginnasi e delle palestre. I giovani esercitavano il
loro fisico praticando diverse attività sportive, come la corsa, il lancio del
disco e del giavellotto, la lotta, la corsa con i cavalli; finalità suprema era
quella di partecipare ai giochi panatenaici e, se possibile, puntare alla
vittoria, che avrebbe dato lustro a se stessi, alla famiglia ed alla città. Le
immagini illustreranno questi momenti agonistici.
In caso di guerra
però, toccava ai giovani aristocratici la difesa della loro città, per cui le
attività agonistiche praticate in tempo
di pace, dovevano servire loro per ben districarsi sia in fase di difesa che di
offesa.
E quando la morte
sopraggiungeva, a loro spettavano funerali solenni e sepolture monumentali,
come le tombe a camera, al cui interno erano depositati i ricchi corredi
funerari, che dovevano esaltare al massimo il loro elevato status sociale e i
diversi ruoli svolti in vita. Fra tutte, sarà illustrata la famosa Tomba degli
Atleti, unico esempio in Italia di sepoltura plurima d’importanti personalità
dell’aristocrazia tarantina.
Ben diversa era
invece l’esistenza delle classi subalterne, delle quali non si hanno
particolari informazioni, se non quelle desunte dai reperti archeologici, che almeno
testimoniano la loro presenza e il ruolo svolto nelle
diverse attività artigianali.
L’appuntamento della
serie I Venerdì Culturali di Presenza Lucana, si svolgerà, con ingresso libero,
alle ore 18.00 presso la sede di Via Veneto 106/A a Taranto.
Ringrazio l’amico
Angelo Conte per la relazione inviata.
Michele Santoro
Nessun commento:
Posta un commento