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sul blog del Caffè Letterario La Luna e il Drago

venerdì 19 febbraio 2016

Il Museo di Taranto sul settimanale “Gioia” per la sua direttrice. La Riforma Franceschini già si nota

“Il Museo di Taranto nei canali nazionali. La Riforma Franceschini già si nota”, sostiene Pierfranco Bruni Vice Presidente del SLSI e già candidato al Nobel per la letteratura.

Il Museo di Taranto sul settimanale “Gioia” per la sua direttrice. Un’immagine tra cultura e fruizione sui canali nazionali



 
Degl'Innocenti - Bruni - Franceschini
Il Museo Nazionale di Taranto già parla un linguaggio comunicativo, con una relativa promozione, che raggiunge, attraverso la personalità della sua direttrice Eva Degl’Innocenti, i circuiti nazionali. “È bastato poco per veicolare il Museo di Taranto nell’immaginario “nazional – popolare” italiano. Si tratta di un fenomeno mass-medioologico ad intreccio e a retina”.
Così sottolinea Pierfranco Bruni, Vice Presidente Nazionale del Sindacato Libero Scrittore (Sindacato che si è subito schierato a favore della Riforma Franceschini e di cui Bruni è uno dei massimi dirigenti nazionali che ha condotto prima una battaglia per l’autonomia del Museo e poi per dare spazio e alla promozione, valorizzazione e fruizione delle culture), e intellettuale di primo piano nel panorama europeo e già candidato al Nobel per la letteratura, perché la soffitta, concetto molto caro a Tommaso Landolfi e a Papa Francesco, non può restare impolverata e la memoria che custodisce deve diventare immagine, immaginario e attrazione.


“Il fatto che del Museo di Taranto, chiarisce Bruni, ne parli, grazie alla sua direttrice, un settimanale come ‘Gioia’ è un fatto di notevole importanza che non riguarda soltanto la cultura e i beni culturali, ma tutta la città, perché si offre una vetrina ad una città che in questi mesi non ha fatto altro che usare il termine ‘scippo’. Questa è la dimostrazione che chi protesta contro la Riforma Franceschini ha torto. Il problema vero non è soltanto una questione economica. È una questione di ridare una immagine nuova alla città e alla sua identità culturale. Il provincialismo non ha mai pagato, parole di Bruni, come non ha pagato ai tempi in cui non si voleva che gli Ori di Taranto andassero a Milano”.
!Noi come Sindacato e come intellettuali, cesella Bruni, che operano sul piano della progettualità puntiamo a fare programmi. In diversi miei articoli, apparsi in questi giorni, come Sindacato Libero Scrittori, che collabora a livello nazionale con il Mibact e proprio in virtù di ciò posso aprire una dialettica con i cittadini e la cittadinanza, ho cercato di far riflettere che una città come Taranto è il Museo che porta valorizzazione e che non bisogna arroccarsi su cellule di nostalgie storiche”.
“Bisogna insistere su un Museo aperto alle altre culture, sostiene Pierfranco Bruni, con dei progetti mirati a valorizzare il Museo, la città e l’idea delle culture dentro la Magna Grecia, l’impostazione del settimanale ‘Gioia’, pur puntando sulle quattro direttrici che dirigono i quattro musei d’Italia importanti, regala a Taranto una bella vetrina perché ricorda, tra l’altro, che il Museo Nazionale è tra i 20 musei più importanti d’Italia. Un fatto che la Riforma Franceschini evidenzia”.
“Ribadisco, è sempre Bruni che parla,  che l’importanza prospettica del Museo è ormai la centralità della promozione delle culture in un contesto in cui la valorizzazione attraversa l’immaginario e le conoscenze”.
La rivista “Gioia”, infatti, portando sulla scena la direttrice Eva Degl’Innocenti non ha fatto altro che cercare di rivitalizzare una intera città indicando proprio il Museo come punto di riferimento e quindi è la cultura dei beni culturali che si avvantaggia di ciò. Un primo impatto che già mette in primo piano la rilevanza della Riforma Franceschini per Taranto.
“Certo, evidenzia Bruni, la Riforma Franceschini bisogna leggerla in prospettiva. Io come SLSI ho sempre creduto alle innovazioni e la direttrice Degl’Innocenti è una manager con forti capacità culturali ed esperienze internazionali. Il settimanale ‘Gioia’ è un segnale che va oltre i confini ionici. Da qui si notano i rapporti tra cultura e immagine”.

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