Pierfranco Bruni
È andato via tra le pagine della vita
e le parole che restano silenzio l’editore Luigi Pellegrini. Un maestro. Un
esempio tra il suo testimoniansi e il
suo essere un protagonista. Un lavoro costante e l’inizio dell’editoria come
impresta e come investimento nelle culture. Soltanto chi ha creduto nella
cultura ha potuto creare un processo di confronto sui processi antropologici
dei territori.
Luigi Pellegrini che ha dato il nome
alla sua casa editrice, ed ora gestita magistralmente dal figlio Walter (e dai
suoi eredi), ha “inventato, nei primi anni Cinquanta una forma di comunicazione
intelligente in un territorio come quello cosentino. Un esempio di virtù.
L'uomo che ha educato intere generazioni di scrittori poeti intellettuali
storici che hanno creduto al linguaggio delle parole e della ricerca è morto.
Nel 1988 ebbi a scrivere su un
quotiano nazionale su Luigi Pellegrini: “Luigi Pellegrini. Un Poeta che sa
quanto conta o possa contare la parola e la scrittura, il coraggio di scrivere
e l’identità della comunicazione. A un Poeta non potevano sfuggire l’importanza
e il significato di dare alla sua terra, la Calabria , uno strumento valido di partecipazione
ai molteplici problemi della sua cultura…”.
Editore docente scrittore. Egli stesso
poeta prosatore giornalista intellettuale che ha sempre amato la bellezza e
l'eleganza dello stile. Un esempio non solo culturale ma un testimone di civiltà.
Un protagonista e un antesignano nella editoria moderna. Il primo editore
moderno in una Calabria degli anni cinquanta. Il primo editore moderno che
nasceva dai libri dall'insegnamento dalla scuola da quel mestiere di vivere che
intrecciava la bella lingua la pedagogia
del libro e la promozione della lettura.
Un uomo che è riuscito a comprendere
il cambiamento dei tempi proprio attraverso la antropologia delle proposte
editoriali. Un uomo che si è saputo confrontare con la sua Calabria e il suo
Sud in un attraversamento di epoche e di città internazionali nella promozione
della editoria e delle diversità delle culture. A lui dobbiamo la capacità di
credere nella cultura del libro. Il libro come messaggio di vita.
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Con Pierfranco Bruni |
Io a lui devo molto. Tantissimo. Il mio
primo libro è stato lui a volerlo pubblicare. Eravamo nel 1975. Un compagno di
viaggi. Un padre che mi ha preso per mano e mi ha portato oltre. Un patrimonio
di valori e di idee. Luigi, Francesco Grisi e Giuseppe Selvaggi un'eredità di
cultura che ha realizzato un Progetto in una Calabria che aveva bisogno
soprattutto negli anni Cinquanta e Sessanta una forte impresa fondata su
processi culturali. Ci sono riusciti.
Tre percorsi, Luigi, Francesco e
Giuseppe che hanno manifestato un tipo di cultura che aveva ed ha i connotati
delle radici e della tradizione ma resta profondamente, tale cultura, legata al
senso di un vissuto all’interno di una Calabria che è rappresentazione viva e
reale nel mondo dei libri, della editoria e dei Saloni internazionali.
Tra la Calabria e le capitali
della cultura. L'esempio è sempre stato collegare le grandi capitali della
cultura con Cosenza. In questo intreccio l'esempio di Corrado Alvaro è stato
fondamentale. Luigi è stato un vero trascinatore nello sperimentare una editoria
seria.
Tra le sue
pubblicazioni vanno ricordate: Scintille (liriche) 1952; Motivi (liriche) 1960;
Poeti italiani tradotti in tedesco (antologia); Terra di Calabria; Poeti della
nuova Italia (quattordici volumi); Nostre firme (antologia poetica); Firme d'oggi
(antologia); Scoperte (antologia); Conquiste (antologia); Fede e poesia
(antologia); Antologia critica della poesia italiana contemporanea (in
collaborazione con Bruno Rombi); Calabria mineraria (studio economico);
Scrittori calabresi contemporanei, La Calabria si racconta (Antologia del novecento
letterario calabrese); La didattica del risparmio (saggio); Motivi ritrovati
(liriche); Sul carro della luna (liriche); Il Ricordo (omaggio alla memoria di:
T. Fiore, L. Repaci, F. Grisi, G. Selvaggi, A. Piromalli). Ha fondato le
riviste “Il Letterato”, “Il Domani di Noi Ragazzi”,“Nuova Rassegna”, ,
“Incontri Meridionali” , “Telestampa” , “La Nuova gazzetta di Calabria”, “Contenuti”,
“Progresso Democratico”, “Letteratura & Società”, “Corrispondenza
meridionale”, “L’Agenda della Calabria”(annuario di vita regionale fondato nel
1980.
È stato
Presidente regionale del Sindacato Libero Scrittori Italiani si cui è stato
anche eletto Consigliere nazionale per diversi anni. È Cavaliere, Cavaliere
Ufficiale, Commendatore, Grand’Ufficiale e Cavaliere di Gran Croce al merito
della Repubblica. Attualmente fa parte dell'Unione Nazionale Scrittori (Roma).
“Caro Walter! Che malinconia.
Ti ripeterai con il poeta Alfonso Gatto, che Luigi conosceva bene: ‘ ...se a
voltarmi più non ti vedo chi di noi due manca...’.
Luigi. Maestro di vita. Protagonista nelle culture…”. Il tempo ci trascorre
dentro e si va silenzio. Tutto ha un senso in queste presenze che mancheranno.
È stato la tua guida. È stato il nostro maestro. La memoria incide solchi. Mai
disperderli. Amico mio!”.
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Con il figlio Walter |
Luigi
Pellegrini era nato a Cleto in provincia
di Cosenza il 21 febbraio del 1924. la sua vita comunque si era svolta a
Cosenza. Il suo primo libro di poesia risale al 1951/52. uno dei libro
importanti e coraggiosi resta “La
Calabria si racconta” del 1992. un viaggiare tra scrittori di
una Calabria ritrovata e mai dimenticata.
Proprio per
questo Francesco Grisi presentando il libro ebbe a scribe: "... In questo
interessante volume ci sono quasi tutti i temi della realtà de Novecento. La
disperazione, l'emigrazione, la nostalgia, la religiosità. le ingiustizie, (e
così via ) che s'impastano in un mosaico carico di ombre e di luci. [ ... ] Da
questa ricerca si può scorgere la " calabresità.
“Si tratta di
una parola che si trova soltanto nel vocabolario ideale che nel sogno ogni
calabrese possiede. Esoterismo, disperazione, ordine, brigantaggio tessono una
tela oltre l'evento dove fratelli di fede profetica cantano lodi recitando
Campanella e Giovanni da Fiore...”.
Un editore.
Certamente. Ma anche uno scrittore molto complesso e ben dentro gli archetipi
della mediterraneità. Così come lo straordinario ricordare personaggi come
Tommaso Fiore, Luigi Piromalli, Leonida Repaci, Francesco Grisi in un
rimembrare amicizie e intrecci di storie.
E così fino a
ritornare costantemente alla sua poesia con una plaquette suggestiva dal titolo
“Motivi” del 2008 nella cui prefazione Robert Mandel ha chiosato: “Nel suo
studio acuto e diligente della Poésie Italienne d’Aujourd’hui, Lila Denyl, la
migliore conoscitrice della nostra letteratura moderna, lo definisce le Poéte
de l’Eclair. In verità, Luigi Pellegrini, in quanto cultore delle Muse, è fra
quelli, figli schietti del nuovo secolo, il cui sforzo generoso s’esercita nel
tentativo di intonar la poesia alla vita febbrilmente affrettata dall’avvento
della civiltà scientifica. Ogni periodo della lunga e lenta evoluzione umana,
le cui mete non a tutti ancora appaiono chiare, si rispecchia e trova la
propria documentazione storica nel complesso delle arti, fra le quali primeggia
il comporre, specie in versi, come la più diretta...”.
Andando alla
ricerca di nuovi talenti ha riscoperto scrittori. Ha riportato sulla scena una
eredità di scrittori tra lingua e forma che hanno riconsoli dato la storia di
una umanità.
Nel 2017 ebbe
il Premio Troccoli Magna Grecia. La sua immagine mi rimase nello sguardo.
Svolgemmo la manifestazione, con Martino Zuccaro, nel Salotto Letterario
Pellegrini e fu una grande emozione. Era il 15 marzo del 2017.
Di lui
Giuseppe Selvaggi nel 1961 ebbe a dire: “"La pazienza e la fiducia di
Luigi Pellegrini in una editoria calabrese sono un fatto che può nascere solo
da una intuizione culturale..." .
Con questa
pazienza generazioni si sono trovati a seguire il suo esempio. Io per primo.
Nelle mani di Walter la Casa
editrice ha avuto la sua bella continuità. Questa Casa editrice non è soltanto
un percorso editoria. È anima nella vita di una famiglia chiamata coerenza,
fratellanza, comunità.
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