di Francesco Lenoci
Docente Università Cattolica del Sacro
Cuore - Milano
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Francesco Lenoci con Rosa Colucci |
Penso che
gli organizzatori del Secondo Premio Internazionale “Nicola Fasano”, che volge
al termine presso il Parco della Civiltà di Grottaglie, non avrebbero potuto
scegliere titolo migliore per questa mia relazione: “La Bellezza del Sud per
rilanciare il Sud”.
BELLEZZA
Sulla spilla che illumina la mia giacca c’è scritto “La bellezza resta”.
Verifichiamo
se è vero recandoci con la macchina del tempo all’inizio del 900. Consideriamo
le 7 nazioni “più importanti” del Mondo: Italia, USA, Inghilterra, Francia,
Germania, Cina, Giappone.
La bellezza
è un marcatore di significato.
Consideriamo
5 marcatori di significato: bellezza, lusso, stile, genio, immaginazione. Si
tratta delle specialità di Casa Italia.
All’inizio
del 900 l’Italia:
è prima per
lusso e stile;
è seconda
per bellezza;
è terzo per
genio e immaginazione;
è sesta per
estetica.
Con la
macchina del tempo percorriamo un secolo, arrivando al 2000.
Nel 2000 l’Italia:
è settima
per lusso;
è quinta
per stile;
è seconda
per bellezza;
è quinta
per genio;
è settima
per immaginazione;
è settima
per estetica.
In un
secolo l’Italia ha perso posizioni per lusso, stile, genio, immaginazione e
estetica. È riuscita a mantenere la seconda posizione solo per bellezza. (Cfr.
Rapporto 2013 di UnionCamere e Symbola “Io sono cultura – L’Italia della
qualità e della bellezza sfida la crisi”)
A mio
avviso, dal 2000 al 2018 non siamo più riusciti a occupare la seconda
posizione. Abbiamo dilapidato buona parte del patrimonio trasmessoci dai nostri
avi! Non siamo riusciti a mantenere le promesse del passato! Abbiamo commesso
un vero e proprio delitto!
Adesso, come ci ha insegnato don
Tonino Bello “Non basta più enunciare la speranza, adesso occorre organizzare
la speranza”.
Da dove ricominciamo?
Non ho alcun dubbio: dalla bellezza.
È sulla
bellezza che dobbiamo puntare per organizzare la speranza.
Un punto fermo: la bellezza bisogna
anche saperla raccontare attraverso storie e narrazioni
STORIE E NARRAZIONI
Per un
territorio il patrimonio competitivo è costituito, soprattutto, dalle risorse
intangibili.
Gli
strumenti capaci di valorizzare il capitale intangibile di un territorio sono
le storie e le narrazioni.
La
narrazione del territorio non è la narrazione degli anni di storia vissuta: è
piuttosto la rivisitazione emozionale di ciò che un territorio è.
Attraverso
una narrazione emozionale, il territorio, tutti i suoi uomini e tutte le sue
componenti vanno in scena con una nuova forza propulsiva e con un valore
aggiunto arricchito.
Se è vero
che è necessario costruire una storia, è altrettanto vero che la capacità di
narrazione è il requisito indispensabile per renderla credibile, funzionale e
di valore. La narrazione aumenta il valore del territorio e accresce il suo
capitale intangibile.
È la
narrazione di un territorio, molto più che l’eccellenza del suo capitale fisico
e tangibile, a garantirne la competitività, il futuro.
Un secondo
punto fermo. Occorre narrare le storie, generando emozioni: la narrazione deve
essere narrazione emozionale.
LA BELLEZZA DI GROTTAGLIE
Se questa
sera sono presso il Parco della Civiltà di Grottaglie è perché il 9 maggio 2014
ho parlato a Grottaglie, presso l’Auditorium della BCC di San Marzano.
Terminata
la conferenza, Giuseppe Fasano mi ha invitato a visitare il suo negozio presso
il Quartiere delle ceramiche. Ho accolto con gioia l’invito, perché mi dava la
possibilità di fare delle foto che mi sarebbero tornate utili per il mio gruppo
di Facebook dedicato all’enogastronomia
“Milano e la Puglia”. Il progetto che porto avanti è: “Ogni pietanza ha il
piatto adatto”.
Sono,
quindi, entrato nel negozio “Giuseppe Fasano Ceramiche” pronto a scattare foto
ai manufatti meritevoli di un “Mi piace”. Del resto, il nostro cervello è ormai
abituato, con l’aiuto dello sguardo, a privilegiare le immagini e a decidere
velocissimamente “Mi piace, Non mi piace”.
Ma non è
andata così. Appena ho messo piede nel negozio ho capito cosa intendesse dire
Gustav Mahler con la sua meravigliosa frase “Tradizione non è culto delle
ceneri, tradizione è custodia del fuoco”.
Quel fuoco
mi ha avvolto, lasciandomi attonito. La sbalorditiva varietà di colori che
avevo di fronte e la stupefacente varietà di forme (piatti reali, piatti menzani, pigne, vasetti, lucerne, sruli, ciarle,
zuppiere, trimmoni, pupe, pumi, fischieddi, campanieddi, trumbetti,
scucarieddi, pasturi, acquasantiere, cavalli con cavalieri, stoviglie,
piastrelle, craste, limmoni, pitali, minzane, vummili, capase, capasoni,
scafaree, pendriali, cammautti, scutedde, quartare, piretti. . . .) mi hanno fatto andare in tilt lo sguardo e il cervello.
I troppi “Mi piace” determinati da cotanta bellezza mi
hanno ubriacato; le storie che mi raccontava Giuseppe Fasano trascinandomi nei
vari incredibili ambienti e grotte di quello che io pensavo fosse un semplice
negozio, mi hanno fatto avere delle visioni. Visioni poetiche, accompagnate in sottofondo, da una
meravigliosa musica.
Suono dolce colto per caso
danza nell’aria incontrastato
vani i rumori che vogliono
distogliere l’udito incantato
parole perfette sospese
su un aereo pentagramma
inutile impedirne il volo
si tuffano nell’anima
che si riempie
vaso dorato
della celestiale
musica di parole
in fila a cantare
la favola della vita.
(Antonietta Ursitti)
La favola
della vita. . . .è ciò che ho vissuto in quei 30 minuti di tilt.
Poi il mio
sguardo e il mio cervello hanno ripreso a funzionare. Ho fatto tante foto e
tante domande a Giuseppe Fasano. E gli ho detto che volevo ritornare a
Grottaglie, per provare a raccontare il fascino della bellezza.
Dovrei
parlarvi della bellezza di tutto il Sud: ovviamente non posso farlo questa sera
per motivi di tempo. Ma non voglio parlare solo di Grottaglie in termini di
bellezza.
In fin dei
conti siamo a pochi chilometri da quella che sarà la Capitale Culturale Europea
2019: Matera.
LA BELLEZZA DI MATERA
Tra le motivazioni che hanno portato
la Giuria di selezione a scegliere Matera come Capitale Europea della Cultura
per il 2019 quella che più mi colpisce è questa: “L’obiettivo di Matera di
porsi alla guida di un movimento finalizzato all’abbattimento degli ostacoli
che impediscono l’accesso alla cultura, soprattutto attraverso nuove tecnologie
e processi di apprendimento, è visionario”.
Obiettivo visionario….visioni di
radici millenarie…. visioni intese come
capacità di vedere oltre la realtà materiale e storica….visioni quali sinonimi di tensione etica e spirituale
orientata alla piena realizzazione di sé e dei propri ideali.
Ho avuto il privilegio di parlare a
Matera, metropolis eximia, origine peruetusta, il 22 marzo 2013,
presso lo stupefacente Salone degli Stemmi dell’Episcopio.
Quella sera, avviandomi alla conclusione
della mia relazione “Fare Impresa per Organizzare la Speranza”, feci un regalo
al progetto di Matera Capitale Europea della Cultura per il 2019: la
meravigliosa definizione di Cultura di don Tonino Bello.
“Cultura è impegno, servizio agli
altri, promozione umana come il riconoscimento della persona libera, dignitosa
e responsabile.
Cultura è cemento della convivenza,
orizzonte complessivo, strumento di orientamento, alimento di vita.
L’elaborazione culturale è una via
obbligata per individuare stili di vita, modalità di presenza e di comunicazione,
attenzione alle attese delle persone e della società, per esprimere le ragioni
della speranza e accettare responsabilità in spirito di servizio”.
Conclusi, affermando che “con una
simile definizione di Cultura niente è precluso, tutto è possibile: anche che i
Sassi, i più famosi sassi del mondo, un patrimonio dell’umanità….finalmente….
inizino a danzare”.
Tutti coloro che hanno avuto la
fortuna e la gioia di visitare Matera hanno testimoniato e continuano a
testimoniare senza soluzione di continuità l’apprezzamento per l’entusiasmo e l’innovatività
caratterizzanti l’approccio culturale e artistico.
Resta da risolvere il problema di
come trasmettere tali gioiose conoscenze a chi non ha ancora visitato Matera.
Ebbene, ci ha pensato, un nome per
tutti, Cataldo Albano, grazie alla magia della fotografia, innovando
sapientemente quest’arte con lo spirito del luogo e la tecnologia.
Come hanno potuto apprezzare i
visitatori della mostra fotografica “Matera: I Sassi” allestita a Verona, la
bellezza naturale, straordinaria di Matera, città dallo scenario spettacolare,
incomparabile, emerge con immediatezza dalle foto e con grande emozione dal
video.
L’architettura rupestre, e non solo,
di Matera si staglia nelle foto dagli orizzonti stupefacenti….dall’alto, dal
basso, di giorno, di notte.
I fermenti di un antico e innovativo
messaggio culturale risaltano dalle foto che catturano i passi delle fanciulle
dagli antichi calzari, ma anche dalle foto che immortalano gli artigiani nella
lavorazione della cartapesta, dell’argilla, del legno, della pietra, del mitico
pane, nonché dal suono familiare nel video dei passi veloci e degli attrezzi
storici dei maestri artigiani.
Sia lode e gloria all’arte della fotografia
che rende possibile la trasmissione nel tempo e nello spazio del messaggio
culturale e artistico della Città dei Sassi: un messaggio intriso di storia, di
futuro, di continuità, di utopie, di radici, di percorsi, di riflessioni, di
connessioni…..di visioni.
Ma non basta.
Come insegna l’incredibile e entusiasmante esperienza di Andrea Capaldi e Paolo Aniello con “Mare Culturale Urbano” a Milano….e qui di seguito riproposta in parte…. anche Grottaglie, anche Matera….tutto il Sud ha urgente bisogno di imprenditori sociali culturali contemporanei.
La definizione chiave è quella di “imprenditore
contemporaneo”.
Non è contemporaneo non essere
sociale.
Non è contemporaneo accumulare e
aumentare il proprio privilegio a discapito degli altri.
Non è contemporaneo investire senza
sognare.
Non è contemporaneo costruire la
sostenibilità di un progetto senza errare.
Soprattutto, non è contemporaneo
sbagliare da soli.
Questo deve essere il sogno degli
imprenditori sociali culturali contemporanei.
Grottaglie, Matera…. tutto il Sud devono imparare che ci vuole molta forza per costruire il cambiamento e che, se non si cambia, il sogno si spegne.
Se non si ha cura del proprio sogno e
del sogno degli altri, della propria vita e della vita degli altri, il sogno si
spegne e se il sogno si spegne non si erra più, ma ci si ferma al proprio
piccolo interesse e al proprio piccolo benessere.
Parlando insieme, invece, tutto
cambia…. non più la propria felicità, il proprio benessere e poi il vuoto, ma
un orizzonte condiviso di un sogno comune.
Occorre cercare ossessivamente le soluzioni per una crescita comune. Bisogna cercare ossessivamente di creare le condizioni per cui a stare bene si sia in tanti.
Il sogno è quello di costruire questa
resistenza attraverso l’arte e la cultura, attraverso il teatro, la danza, la
musica, che così non sono più vissute come un oggetto di consumo, ma come parte
integrante della vita.
L’arte è innesto vitale per la
trasformazione delle persone. L’arte che parte dalla vita, che parte dai
problemi della società contemporanea, fa si che ci si interroghi, che si
discuta. L’arte che parte dallo specifico crea linguaggi universali, fa poesia,
produce bellezza.
Grottaglie, Matera….tutto il Sud
devono essere costruttori di bellezza, portatori sani di bellezza, per
contagiare il mondo.
CONCLUSIONI
Mi avvio alle conclusioni, tornando
alla bellezza di Grottaglie, paradigma della bellezza di tutto il Sud.
Al fine di diffondere sempre più il
fascino della bellezza, vi auguro di preservare l’antica formula della ceramica
tradizionale e artistica di Grottaglie, senza peraltro rinunciare ad ogni
ragionevole esigenza di attualizzazione.
Al fine di diffondere sempre più il
fascino della bellezza, vi chiedo di prolungare la meravigliosa visione del
Maestro Ceramista e Imprenditore Nicola Fasano: “Occorre educare e educarsi
alla bellezza”.
L’ho scritto dappertutto in questi
giorni: da Grottaglie a tutto il Mondo…….occorre educare e educarsi alla
bellezza.
Perché?. . . . perché solo con l’educazione
alla spiritualità e alla bellezza, le nuove generazioni sapranno scoprire i
tesori che hanno dentro di sè. . . .e
avranno la capacità di scoprire il bello e il bene che è nel mondo che ci
circonda.
Il ringraziamento più bello per il
dono della bellezza è di don Tonino Bello.
Santa Maria,
donna bellissima,
attraverso te vogliamo ringraziare il
Signore,
per il mistero della bellezza.
L’ha disseminata qua e là sulla terra,
perché lungo la strada tenga deste,
nel nostro cuore di viandanti,
le nostalgie insopprimibili del
Cielo.
È un dono che ci inebria di felicità
perché, sia pure per un attimo
appena,
ci concede di mettere lo
sguardo
nelle feritoie fugaci che danno sull’eterno.
Concludo, rendendo lode e gloria:
·
a
Nicola Fasano;
·
al
premio internazionale Nicola Fasano;
·
a
chi ha voluto il premio internazionale Nicola Fasano: suo figlio Giuseppe
Fasano;
·
a
chi ha collaborato con Giuseppe Fasano per organizzare il premio internazionale
Nicola Fasano;
·
a
chi ha ricevuto il premio internazionale Nicola Fasano e i correlati
riconoscimenti.
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