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Se è vero che la poesia è l'unica prova concreta dell'esistenza
dell'uomo, come afferma il poeta guatemalteco Cardoza y Aragon, mettere la
propria clessidra in posizione orizzontale, come metafora dell'arresto del
tempo per fare poi il punto sulla propria vita, rappresenta il momento in cui
si prende coscienza di sé e si smette di essere come un moscerino nel mosto
"ubriaco di ronzio che non si ascolta". È la presa di coscienza di un
cammino irrisolto nell'inseguirsi dispettoso dei giorni, con l'impressione che
tutto sia inutile, come la sabbia sotto i piedi di chi non ha mai gettato via
le scarpe. In questi versi di disincanto e disamore, si sta male così bene
contemplando le macerie della vita. Una vita che nonostante tutto il suo
disfarsi, può però, ancora essere capace di un estremo stupore, ed ecco che
tutto viene rimesso in gioco, camminando a carponi "fino all'angolo del
coraggio".
Sarà quello il momento di rimettere in piedi la clessidra?
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