LA GENTILEZZA TRA MITO E ARTE
di
Anna Montella
Sii dolce con me. Sii gentile./E’ breve il tempo che resta. Poi/saremo scie luminosissime… (Mariangela Gualtieri da “Mio vero”, in “Bestia di gioia”, Einaudi, Torino, 2010)
EOS l'Aurora |
Del resto se Primus in orbe deos fecit timor “Fu solo la paura che al principio del mondo creò gli dei” (citazione di Petronio ripetuto da Stazio, Tebaide, III, 661) sicuramente fummo noi a crearli a nostra immagine e somiglianza esaltando in loro quelle debolezze e quelle virtù in cui ci riconosciamo e che sono peculiari alla natura dell'uomo.
Fortunatamente l’umanità, fin
dagli albori, trovandosi sull’orlo del baratro è sempre riuscita a sfuggire
all’abisso delle sue pulsioni e dei suoi istinti più selvaggi e primordiali attraverso
la ri-scoperta dei sentimenti, quelli che nobilitano l’animo di
chi li professa, perché è proprio nell’ora più buia che comincia l’attesa della
luce. L’amore come panacea per tutti i mali. E ben lo sanno gli artisti e i letterati
di oggi e quelli di ieri, soprattutto i poeti che dei nobili sentimenti hanno
fatto il proprio vessillo. Dall’amor cortese dei trovatori provenzali del XII
secolo, che emerge nei romanzi cavallereschi del ciclo arturiano (l’amore può risiedere solo in un animo
cortese, è un codice d’onore e nobiltà), al dolce Stil Novo dantesco “Tanto gentile e tanto onesta pare la donna
mia, quand'ella altrui saluta…” dall’Umanesimo petrarchesco «Umana cosa è aver compassione degli afflitti»
(Giovanni Boccaccio) al Rinascimento e via via fino all’Età Moderna per
arrivare ai tempi attuali.
Circa due secoli fa Goethe,
nelle Affinità elettive, scriveva: «Non
c'è segno esteriore di cortesia che non abbia una profonda base morale (…) C'è
una cortesia del cuore che è vicina all'amore. Da essa la più conveniente
cortesia del comportamento esteriore deriva».
“Praticate gentilezza a casaccio e atti di bellezza privi di senso.” Questa frase, invece, appartiene ai giorni nostri. Una frase “metropolitana” che ha fatto il giro del mondo e viene attribuita alla scrittrice americana Anne Herbert che avrebbe scritto queste parole su una tovaglietta di carta, in una tavola calda di Sausalito, in California, nel 1982.
Sono
passati 36 anni ma quel momento di generosa aggregazione per un fine nobile resta
uno dei più belli ed emozionanti del secolo appena trascorso.
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