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venerdì 24 marzo 2023

Dantedì 2023 con il Caffè letterario La Luna e il Drago - Giornata Nazionale dedicata a Dante Alighieri

Il Dantedì è stato istituito dall’Italia il 17 gennaio 2020 con una direttiva approvata dal Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro Dario Franceschini. 


Nel 2021, nel settecentenario di Dante, il Caffè Letterario La Luna e il Drago realizzava una serie di iniziative che potrete visionare QUI

In quella occasione, negli ambiti del progetto di video-didattica  a cura di Anna Montella “I Grandi  Autori (in short video di 3’ minuti ciascuno)” raccontati dal Caffè Letterario La Luna e il Drago” - un progetto che matura in una logica di micro-learning, un promettente ambito in tendenza crescente a livello educativo, basato sulla creazione di piccole unità di conoscenza: pillole di insegnamento focalizzate su uno specifico argomento e finalizzate a migliorare la comprensione dei macro scenari -  si realizzava, altresì,  un video che, in tre minuti, racconta Dante


CLICCA E GUARDA IL VIDEO

Impresa improba raccontare un sì grande personaggio in tre minuti ma è pur vero che proprio cimentandosi con l'impossibile che l'impossibile può diventare possibile.

A seguire il testo contenuto nel video 

Tre minuti di… Dante Alighieri
Nel settecentenario dalla morte

Dal progetto di video/didattica[1] a cura di Anna Montella : I Grandi Autori di ogni tempo

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Dante, diminutivo di Durante, nasce a Firenze nel 1265 da famiglia della piccola nobilità. Perde la madre Donna Bella degli Abati, in tenera età e il padre, Bellincione di Alighiero si risposa poco tempo dopo.

Nel 1277, quando il Poeta ha 12 anni, come era in uso a quel tempo, viene stabilito il matrimonio tra lui e Gemma Donati sua coetanea di nobile casata. Dalla loro unione, avvenuta anni dopo, nasceranno quattro figli, tre maschi e una femmina, Antonia, che diventerà suora.

Il nome della donna con cui il Poeta ha attraversato il tempo non è, però, quello della sua sposa ma quello di Beatrice….

Sebbene non unanime, è ormai molto radicata la tradizione che identifica Bice di Folco Portinari con la Beatrice trasfigurata nella Beatrice della “Vita Nova” e del “Convivio” e poi angelicata nel Paradiso della Commedia Divina.

Quando ella morì, nel 1290, Dante, disperato, si dedica anima e corpo agli studi filosofici per cercare conforto al suo dolore. A Beatrice è dedicata la Vita Nuova in cui si narra che Dante vide Beatrice per la prima volta quando aveva nove anni. La rivedrà ancora nove anni dopo, nel 1238 a 18 anni, e lei gli rivolgerà un saluto.

Un amore platonico, secondo i canoni dell’amor cortese, di cui forse la stessa Beatrice, andata in sposa a Simone de’ Bardi, non avrà mai reale contezza.

Nel 1283 il Poeta, già dedito all’arte del “dire parole per rima”, stringe amicizia con un altro poeta fiorentino, Guido Cavalcanti, e si giova degli insegnamenti di Brunetto Latini.

“Guido, i’ vorrei che tu e Lapo ed io/fossimo presi per incantamento/e messi in un vasel, ch’ad ogni vento/per mare andasse al voler vostro e mio”[2]

Al centro dei suoi interessi sono la poesia volgare italiana, la poesia provenzale e la poesia latina.

Nel 1295 Dante fa il suo ingresso nella vita pubblica fiorentina. Ormai spazzata via la fazione avversa dei Ghibellini, il potere era allora nelle mani dei Guelfi che si erano scissi in Guelfi bianchi e Guelfi neri. Dante si schiera con i Guelfi bianchi, meno facinorosi. Da questa sua esperienza nascerà Il Convivio.

Nel gennaio del 1302, con la vittoria dei Guelfi neri, Dante viene condannato all’esilio perpetuo con le false accuse di essere un falsario e un barattiere.

Non rivedrà più Firenze e andrà ramingo per le corti italiane. Morirà di febbri malariche a Ravenna nel 1321 all’età di 56 anni. Le sue spoglie mortali non saranno mai riportate a Firenze.

In quegli anni di esilio nascerà il suo capolavoro: La Commedia a cui Boccaccio attribuirà successivamente l’aggettivo Divina.

Boccaccio racconta che alla morte di Dante l’opera sarebbe rimasta incompiuta se gli ultimi tredici canti del Paradiso non fossero stati ritrovati grazie a una visione apparsa in sogno a Iacopo, il figlio del Poeta.

…salimmo sù, el primo e io secondo,
tanto ch’i’ vidi de le cose belle
che porta ’l ciel, per un pertugio tondo.
 
E quindi uscimmo a riveder le stelle.[3]  

[1] Il progetto di video/didattica, a cura di Anna Montella, “I Grandi  Autori (in short video di 3’ minuti ciascuno)” matura in una logica di micro-learning, un promettente ambito in tendenza crescente a livello educativo fortemente influenzato dal web e dall’evoluzione registrata dai contenuti digitali, basato sulla creazione di piccole unità di conoscenza: pillole di insegnamento focalizzate su uno specifico argomento e finalizzate a migliorare la comprensione dei macro scenari.

[2] Da un sonetto di Dante, Poesia LII delle Rime e indirizzato all'amico Guido Cavalcanti che rispose con il sonetto “S'io fosse quelli che d'amor fu degno”.

[3] Dal Canto XXXIV dell’Inferno

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