STORIA DEL SUD
LA REGIA NAVE LEONARDO DA VINCI
immagini e filmati d’epoca
PRESENZA LUCANA
Associazione Culturale e Sociale
VENERDÌ 14 NOVEMBRE 2014: ore 18.00
VIA VENETO 106/A – TARANTO (Italia)
INGRESSO LIBERO
Relazione: Fiorentino Pignatelli
(Funzionario Arsenale Marina Militare)
Moderatore: Michele Santoro
Dopo l’incontro con la poesia torna nei “Venerdì Culturali di
Presenza Lucana” la cartella “Storia del sud” con la presentazione del recupero
della Regio nave Leonardo Da Vinci, frutto d’azioni d’alta ingegneria con
immagini e filmati d’epoca proposti da Fiorentino Pignatelli, studioso della
materia e funzionario nell’Arsenale della Marina Militare.
L’incontro si svolgerà, con ingresso libero alle ore 18.00,
Venerdì 14 Novembre presso la sede di Presenza Lucana in Via Veneto 106/A a
Taranto. Domande sul tema possono essere poste alla fine della relazione e dei
filmati. Moderatore Michele Santoro.
Circa cento anni fa l’Europa fu teatro dell’immane tragedia del primo conflitto mondiale. Taranto era già all’epoca una delle più importanti basi navali italiane, la guerra sembrava lontana e il suo porto era considerata una piazzaforte sicura.
La sera
del 2 agosto 1916 la corazzata Leonardo Da Vinci, una delle navi più moderne e
potenti della Regia Marina, era ormeggiata nel Mar Piccolo, con altre unità
italiane e straniere. Mancavano pochi minuti alle 23.00, quando la corazzata fu
scossa da un rombo sordo che saliva dal fondo. Lo scafo per un istante tremò
poi tornò il silenzio. Un filo di fumo rossastro usciva dai boccaporti. Fu
ordinato l’allagamento dei depositi poppieri di munizioni, ma una violenta
fiammata tra le due torri (poppiere) da 305 costrinse i marinai ad
allontanarsi, mentre il comandante e gli ufficiali tentavano vani e disperati interventi.
Le piastre del ponte della corazzata si schiodavano mentre la fiammata risaliva
il pozzo dell’ascensore delle munizioni con una pressione incredibile. Pochi
minuti dopo l'esplosione: la città e il mare di Taranto furono illuminati da un’enorme
fiammata. Alle successive esplosioni molte case tremarono e molti vetri
andarono in frantumi. Fiamme altissime illuminavano la notte mentre i marinai
al lavoro furono inghiottiti nelle voragini. Alle 23.45 la corazzata si
capovolse nelle acque del Mar Piccolo.
Con la
chiglia in alto, la “Da Vinci”, una delle più belle e moderne navi della nostra
Marina, affondò dopo poco più di quarantacinque minuti dai primi segnali
d’incendio. Con la nave lasciarono la vita oltre al Comandante, 21 Ufficiali su
34 e 227 tra Sottufficiali e Marinai.
Trascorso
qualche mese dal tragico evento, la Marina, con l’insediamento di una
Commissione, avviò lo studio di fattibilità per il recupero della Nave. Le
conseguenti operazioni che portarono al galleggiamento dell’Unità furono
unanimemente riconosciute, frutto d’azioni d’alta ingegneria, messe in atto dai
tecnici e dalle maestranze dell’Arsenale Militare di Taranto. La “Leonardo Da
Vinci”, prima fu portata in superficie, con la chiglia in alto, poi, il 23
gennaio 1921, fu raddrizzata per mezzo di complesse tecniche d’allagamento
eccentrico.
In Villa Peripato, a ricordo di quel tragico evento, è posto il busto bronzeo originale di Leonardo, appartenuto alla sfortunata nave, sul cui cippo è ricordata l’opera distruttiva della “codardia nemica”, mentre i resti dei caduti, estratti dai locali dopo il recupero della Nave, riposano nel Famedio della Marina presso il cimitero di Taranto. E’ importante sapere che l’ipotesi del complotto non fu mai provata.
Articolo
di Michele Santoro
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