Convegno
a Carosino (Ta) il 10 dicembre
di
Pierfranco Bruni
Si celebrano nella Grande Guerra i
testimoni, gli eroi, i martiri, i combattenti che hanno difeso l’identità e la
civiltà di una Nazione. A Francesco Occhinegro nato a Carosino (Ta) e morto a
21 anni è dedicato il Convegno “In ricordo del Tenente poeta
Francesco Occhinegro” organizzato dall’Associazione Nazionale Combattenti e
Reduci di Carosino con la collaborazione
della Presidenza Regionale dell’Associazione della Regione Puglia, del
Ministero beni e attività culturali e turismo – Progetto Etnie, del Liceo
“Giuseppe Moscati” di Grottaglie, del Comune di Carosino, del Sindacato Libero
Scrittori Italiani. L’evento si svolgerà il 10 dicembre alle ore 18.30, nella
Sala del Palazzo Feudale di Carosino. I lavori saranno introdotti e coordinati
da Pierfranco Bruni, Responsabile Progetto Etnie del Mibact. Saluti del
Presidente Regionale dell’Associazione Nazionale Reduci e Combattenti Giaginto
De Febo, della Presidente dell’Associazione di Carosino Donatella Stasi, del
sindaco di Carosino Arcangelo Sapio, della Dirigente scolastica del Liceo
Moscati Anna Sturino. La relazione dal titolo: “Viaggio nell’anima poetica del
Tenente Occhinegro” sarà svolta da Marilena Cavallo, Coordinatrice del
Dipartimento Lettere del Liceo Moscati.
***
Luico nelle valle dell’Isonzo. Nelle vicinanze Morì a Luico.
Era il 1917. Francesco Occhinegro è uno di quei soldati che diede onore alla
Patria. Militò nel 20 battaglione di istanza Una Patria che nella generazione
dei “ragazzi” del 1896 rappresentava una Nazione con l’idea forte della
identità e di una cultura in un processo storico che continuava quel
Risorgimento ancora non compiuto o mancato. Fu poeta e la poesia per lui
rappresentò non soltanto un alto valore di
visione spirituale dell’uomo, ma anche quella religiosità della parola
che intreccia l’onore con il gesto eroico.
Soltanto dopo la Grande Guerra passò nel territorio
provinciale di Gorizia. Comunque l’area era quella compresa nella geopolitica
del Friuli. La Slovenia ora ha assorbito quel lembo di territorio.La Grande
Guerra è stata attraversata dalle vite perse dei ragazzi nati alla fine del
Secolo del Risorgimento e del Romanticismo.
Risorgimento e Romanticismo anche in Francesco Occhinegro
hanno rappresentato non soltanto due movimenti in una temperie politica prima e
storiografica dopo, ma soprattutto hanno incarnato un’idea di Nazione oltre la
quale la geografia di un assetto territoriale rappresentava il vuoto, l’assenza
di ideali, lo smarrimento. Mettere insieme la poesia come linguaggio di un
esistere nella letteratura e nella vita e l’azione come gesto per difendere la
sacralità del suolo patrio ha significato porre al cento, con tutte le sue
strategie, un riferimento di motivata rappresentazione di una civiltà
occidentale.
La Grande Guerra ha posizionato le vere frontiere tra
Occidente ed Oriente e il linguaggio usato dal tenente France Occhinegro ha
reinterpretato tutta quella tradizione che si deve poter chiamare civiltà.
Perché in un militare la formazione letteraria è formazione di civiltà dentro
le azioni. Una testimonianza che ha visto protagonisti delle menti eccellenti.
Filosofi dimenticati come Domenico Sola (calabrese di Amendolara) hanno
determinato una linea di pensiero che unisce l’interventismo nazionalista a
quello socialista e cattolico.
Militari di carriera e poeti e pensatori come Agostino
Gaudinieri (arrivato a rivestire la carica di colonnello) hanno definito
l’autorevolezza del concetto di Patria. Francesco Occhinegro con la sua poesia
e le sue azioni hanno dichiarato la nobiltà del coraggio. Siamo nel mosaico di
una generazione che ha creduto non alla guerra in sé, ma alla difesa di una
Nazione e alla invalicabilità di una trincea oltre la quale si andava verso l’
invadere le frontiere. Certo, ci sono guerre che vanno ricordate per non
dimenticarle e non dimenticare.
Ci sono guerre le cui gesta vanno celebrate sia per dare un
senso ai morti che hanno sacrificato la vita sia per dare un orizzonte
esistenziale al senso etico delle azioni che hanno sempre avuto riferimento nel
principio del pensiero di identità e di civiltà.
Francesco Occhinegro, Medaglia d’Argento al Valore, resta
uno dei principali protagonisti di una generazione che ha tutelato i valori
della Patria rendendo immenso quel supremo capitolo con il linguaggio della
letteratura. La sua poesia, infatti, resta non solo un elemento letterario e
linguistico in un Novecento che apriva la sua storia difendendo i propri
confini, bensì un modello, una testimonianza, una dichiarazione di fede. Con la
partecipazione alla Guerra e morendo in battaglia e dedicando la sua giovane
vita alla poesia resta un martire e un eroe oltre che un poeta. Era nato a
Carosino, in provincia di Taranto.
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