“ Sfogliando il tempo “di Gabriella Paci (edizioni Helicon “2021) è una raccolta poetica che si pone come continuum dell’autrice, giunta alla sua quarta raccolta in pochi anni.
La sua poesia si caratterizza per
il processo di introspezione, che parte a volte dalla visione di un elemento
della natura o del paesaggio che diventano gli elementi da cui nasce appunto la
sua ricerca dell’io. Questo lirismo non deve tuttavia farci pensare ad una
poesia autoreferenziale: infatti il suo scandaglio interiore, ,che si pone a
volte alla ricerca di una verità noumenica, a volte come domanda ,altre volte
come affermazione ,diventa messaggio per tutti,e dunque,poesia civile.
Viviamo tutti infatti in un mondo segnato da inquietudini e contraddizioni,in un tempo difficile, che spesso scorre inesorabilmente veloce e dove tutto sembra accaderci senza una nostra scelta :da qui, in questa raccolta, la voglia di ripensare, sfogliando un ipotetico album, ai momenti salienti del passato, a quei sentimenti,emozioni,fatti e persone che hanno disegnato la nostra storia che si colloca, per quanto individuale e soggettiva,in un momento storico in cui ritrovare i momenti di tutti.
La poesia, dunque, si pone come messaggio condivisibile e sicuramente condiviso in quanto portatrice di memoria individuale e collettiva.
Arriva infatti il momento in cui
“la curva del tempo”, intesa come percorso convesso che da un punto di partenza
arriva al suo apice per poi iniziare la discesa, che non appare
facile, anzi, tutt’altro, anche a causa del tempo in cui stiamo
vivendo,caratterizzato da questa terribile pandemia, ci spinge a volgere gli
occhi al passato, per ritrovare emozioni mai dimenticate e prolungarne così
idealmente la durata.
E’ la prima sezione del libro :Passate stagioni”dove i ricordi
dell’infanzia con i suoi miti e le sue ingenuità o quelli dell’adolescenza con
i primi turbamenti amorosi fatti di scoperte gioiose ma anche delle prime
cocenti delusioni rivivono e in un certo modo moltiplicano nel tempo quelle
emozioni e quel sentire e vedere la realtà come si legge nella poesia “Eravamo
“
Eravamo
Eravamo pronti a saltare il confine
cavalcando sogni non spesi :
nella gola sete di vita
negli occhi
colore dei desideri
nelle gambe voglia di andare
nelle tasche carte geografiche
a seguire la strada del cuore.
Avevamo alle spalle un passato di piombo
ma
di nuovo Battisti cantava l’amore:
era bello sentirsi aquiloni
sospesi su discese azzurre
e risalite in cieli aperti mentre
tra i fili d’erba le parole
sbocciavano promesse dal
profumo di un’estate infinita,
sedotta dalla luna che apriva
scenari di sogni
intoccabili.
Nella seconda sezione”tempo fragile “c’è la poesia dedicata
anche alla pandemia ed è qui che in modo più immediato la parola poetica si fa
interprete del disagio e dell’inquietudine che caratterizzano questo periodo
che costituisce un presente ancora più incerto e problematico di prima, anche
se c’è l’apertura,irrinunciabile, alla speranza di una nuova stagione.
Infine l’ultima sezione
“Ricorrenze “ è un tempo atemporale poiché lo sguardo a fatti rilevanti afferenti a catastrofi ambientali, disastri umani o,atteggiamenti o posizioni si
colloca nella consapevolezza che certi eventi,pur cambiando le circostanze o i
protagonisti,si ripetono nel tempo e ,dunque “ricorrono”
Dice infatti Fernanda Caprilli nella prefazione:
…”È questo un percorso
che, dall’Io e dall’introspezione che caratterizza la poesia della Paci, di
tipo emotivo e sentimentale, approda, ad una attenta lettura, a considerazioni
di carattere più generale che mettono l’Io a confronto non solo con se stesso
ma anche con gli altri. Ecco allora che in Ricorrenze appare evidente come
questa generalizzazione tenda a trasferire il particolare nell’universale,
facendo sì che ognuno di noi possa riconoscersi nella dimensione umana che
caratterizza l’uomo contemporaneo…”
L’espressione si plasma
sul contenuto e diventa un tutt’uno con questo senza essere mai gridata o
ermetica, pur adottando talvolta metafore e termini preziosi per dare maggiore
musicalità al verso che non segue una rima ma, come è logico, fa dell’armonia
lessicale il suo mezzo espressivo indurendosi o addolcendosi a seconda del
concetto da esprimere poiché è solo con “quelle parole “ e non con altre che
l’autrice trova corrispondenza al suo sentire.
Gabriella Paci
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