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sul blog del Caffè Letterario La Luna e il Drago

sabato 13 agosto 2016

Nella “Nobiltà e città calabresi infeudate” i Gaudinieri – Bruni con gli studi di Franz Von Lobistein

Nella “Nobiltà e città calabresi infeudate” i Gaudinieri – Bruni  con gli studi di Franz Von Lobistein raccontata nei “Cinque fratelli” di Micol e Pierfranco Bruni in una elegante veste editoriale


di Stefania Manueli*

 
Franz Von Lobstein, figlio del Barone Erwin von Lobstein e da Virginia dei Baroni Coppola Picazio documenta, attraverso i suoi Studi Calabresi, la nobiltà dei Gaudinieri, i quali erano iscritti al Sedile di Bisignano.
Franz Von Lobstein era nato a Napoli il 25 giugno del 1921 si era laureato in giurisprudenza e in lettere e filosofia. Scrisse sulla araldica del Regno di Napoli e pubblicò testi  sulla storia del reame di Napoli, svolgendo lezioni sul monachesimo aristocratico nella Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università Statale degli Studi di Cassino.
Fu Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine Piano, Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al Merito Melitense, Cavaliere dell’I.R. Ordine di San Gennaro, Balì Gran Croce di Giustizia del S.M. Ordine Costantiniano di San Giorgio, Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro, Cavaliere di Giustizia dell’Ordine di S. Stefano di Toscana, Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine di S. Anna. Muore il  12 giugno 2012. Scritti importanti restano “Settecento Calabrese” e “Nobiltà e città calabresi infeudate”.

mercoledì 10 agosto 2016

10 agosto San Lorenzo Martire. Una religiosità antropologica nelle etnie del Mediterraneo a San Lorenzo del Vallo

di Pierfranco e Micol Bruni

I Santi vivono perché oltre alla fede e al carisma penetrano una antropologia che è fatta di un immaginario che tocca le corde dell’identità. 10 agosto San Lorenzo. Ma cosa ha rappresentato questo Santo? Chi è stato. Nel nostro paese dell’anima e della geografia, San Lorenzo del Vallo dove il 10 agosto è festa grande, ha il suo viaggio, il suo senso, il suo modello antropologico.
È  uno dei Santi che antropologicamente mostra una “griglia” di simboli. Una mediterranea visione in cui la Spagna è il luogo dell’esistere proprio in una antropologia del tempo. Ma saccheggiamo la sua biografia senza mai perdere di vista la storia e i processi etnici – simbolici.   Lorenzo Diacono e Martire, giunto dalla Spagna, amministrò l’economia della Chiesa sotto il Papa Sisto II, e negli anni dell’Imperatore Valeriano.
La storia di San Lorenzo (Lorenzo Martire che la leggenda lo fa morire sulla graticola in fiamme), la cui celebrazione avviene il 10 di agosto, pone una questione non solo teologica, e mistica nella sua santità, ma anche di ordine “politica” o all’interno della Chiesa ai tempi del Pontificato di Sisto II, in una Roma dominata da Valeriano che già nel 257 fece una battaglia contro i cristiani.

I cristiani si arresero a Valeriano? Un interrogativo che neppure Costantino seppe colmare. Furono deboli e senza alcuna reazioni spirituale e religiosa si misero nelle mani dei soldati dell’Imperatore Valeriano.

martedì 9 agosto 2016

MATER TERRA di Silvano Trevisani e Lucia Rotundo

Autore: Silvano Trevisani  / Lucia Rotundo
Titolo: MATER TERRA
Collana:  'APX'H  Arte e Letteratura
Editore:  Print Me s.r.l.
Anno: Maggio 2016
ISBN: 978-88-96496-48-0
Pagine:  36  a colori
Dimensioni: 15 x 15 cm
Prezzo: € 10,00


Fresco di stampa, è in distribuzione il volume Mater Terra degli autori: Silvano Trevisani (poeta e giornalista) e Lucia Rotundo (artista scultrice), una significativa selezione tra parola e immagine, tra opere poetiche e scultoree dedicate alla natura, per la Collana  'APX'H Arte e Letteratura, diretta da Antonio Basile, editato da Print Me.
Sulle opere degli autori – scrive Antonio Basile nella presentazione al volume – (…) << Il paesaggio, in questa prospettiva, si configurava innanzitutto come dato geo-antropologico, come realtà socio-urbanistica, come elemento architettonico, come documento storico, come coscienza ecologica. Si carica, cioè, di connotazioni culturali. Questa nuova visione antropologica del paesaggio e un marcato atteggiamento critico nei confronti della tecnologia caratterizzano la poetica di Lucia Rotundo e di Silvano Trevisani, i quali con la loro attività mettono sotto accusa le aberrazioni della società contemporanea e sottopongono ad una critica serrata situazioni di violenza e stravolgimento cui l’uomo costringe il suo ambiente e persino se stesso, senza alcuna coscienza delle minacce che rischiano di soffocare ogni forma di dignità umana.>>

Completa il volume una breve nota biografica degli autori.

Pirandello nell’originale lettura di Pierfranco Bruni in “Il tragico e la follia”

di Sandro Marano*


Il nuovo saggio di Pierfranco Bruni Luigi Pirandello il tragico e la follia (edizioni Nemapress pp. 109) è un lavoro ricco di spunti di riflessione, di riferimenti critici e di raffronti stimolanti. Spicca tra questi ultimi il raffronto che l’autore fa con Pavese, cui mancava l’ironia presente invece in Pirandello. E questo spiega il diverso esito della loro esistenza. La tesi centrale del saggio, sicuramente condivisibile, a noi pare che sia in questa affermazione: “credo che in Pirandello tutto sia teatro.”
Per Pirandello l’essere si riduce all’apparire, la vita non può non mascherarsi, la sua nudità, che la riflessione scopre, porta l’uomo alla follia (è un motivo per la verità presente anche in Nietzsche: “tutto ciò che è profondo ama mascherarsi”). Ora se la vita è cieco e irrazionale impulso, se la vita è nella sua essenza tragica, se è un moto che di continuo e sempre crea e distrugge forme, allora tanto vale non prenderla sul serio.
Ecco l’ironia! Se si vive e non si riflette su di essa, può apparire perfino gioconda (Mal giocondo non a caso è intitolata la sua prima raccolta di poesie). L’umorismo salva Pirandello dal male di vivere e dal suicidio.
Un altro tema degno di nota è quello sul fascismo di Pirandello. Un tema assai dibattuto dagli interpreti che si erano posti varie volte la domanda sul perché Pirandello avesse aderito al fascismo senza trovare una risposta soddisfacente: infatti, l’adesione al fascismo non è una diretta conseguenza della sua filosofia relativista, tutte le maschere che la vita assume si equivalgono, la democrazia come lo stato totalitario.
In riferimento a ciò la risposta di Bruni è senz’altro originale:  il fascismo di Pirandello è a-ideologico. Per temperamento e formazione Pirandello non poteva non preferire l’ordine al caos, la sincerità all’ipocrisia, non poteva non disprezzare quella “tirannia mascherata da libertà”, che in fondo è la democrazia. Infine, notevole è la parte che Bruni dedica alla poesia di Pirandello (la critica letteraria su questo dice davvero poco o nulla!).
Egli cerca, analizzando le varie raccolte di versi di Pirandello di valorizzare in qualche misura i suoi versi. Per parte nostra, riteniamo che l’autentica poesia di Pirandello è nel Fu Mattia Pascal e nelle Novelle, i suoi versi non vanno oltre l’800, stilisticamente ripropongono un certo classicismo lontano dalla ns. sensibilità. In ogni caso, quanto alle tematiche, ci sembra affatto condivisibile la notazione di Bruni secondo cui la sua poesia è “un vissuto da anticamera”.

Sul libro di Pierfranco Bruni è stato realizzato da Anna Montella un Video:
http://pierfrancobruni.weebly.com/pirandello-libro.html 
oppure su: https://www.youtube.com/watch?v=vrzdqIxu5Ws


*  Scrittore, giornalista, saggista

lunedì 8 agosto 2016

Mostra Evento Nazionale - Dante in una letteratura innovativa tra etno-antropologia

Istituto di Etno – Antropologia e Letteratura Italiana
(IEALI)
DANTE IN UNA LETTURA INNOVATIVA
TRA ETNO-ANTROPOLOGIA
Dante in mostra tra Etno – antropologia e Letteratura

E’ stata inaugurata nella Sede dell’Istituto di Etno-Antropologia e Letteratura “Virgilio I. Bruni” (IEALI _ CSR), di San Lorenzo del Vallo (Cosenza), diretto da Pierfranco Bruni, una Mostra dedicata a Dante a 750 anni dalla nascita dal tema:     
"Dante: il pensiero delle lingue le lingue del pensiero". 
Un lavoro realizzato e curato da PIERFRANCO BRUNI del Mibact e ANNARITA MIGLIETTA dell’Università del Salento. 

E' STATO REALIZZATO SULLA MOSTRA UN VIDEO A CURA DI ANNA MONTELLA: 
Si tratta  di una Mostra di Cartelle - Pannelli che ripercorrono il DANTE del "De vulgare eloquentia" in un contesto di rilettura della lingua italiana e di discussioni sui valori del dialetto.
Due studiosi (Bruni e Miglietta) che hanno scavato in quella parola che condurrà DANTE alla Commedia.
La Mostra (visitabile per tutto agosto) offre l’occasione per leggere il legame di Dante con le forme etniche e antropologiche, le quali sono state parti integranti della sua Opera complessiva.

sabato 6 agosto 2016

Marta Abba e Luigi Pirandello. Una storia che resta senza rivelazione

Marta Abba e Luigi Pirandello hanno mai fatto l’amore?
Una storia che resta senza rivelazione


di Pierfranco Bruni



Pirandello tra Marta Abba e Picasso
SENZA DI TE LA MIA ARTE NON AVREBBE SENSO! Ritorna spesso questa sottolineatura nel pensare alla figura di Marta Abba (1900 – 1988) e del suo rapporto con Luigi Pirandello. 

Non mi stupisce affatto questo legame, come ho avuto modo di scrivere in due capitoli del mio Luigi Pirandello. Il tragico e la follia (Pellegrini) in distribuzione in questi giorni. 

Mi permette di leggere però alcuni percorsi della letteratura attraverso le donne che sono state accanto agli scrittori, a quelle donne che, in un certo qual modo, hanno condizionato non solo la vita ma anche la produzione letteraria.
Marta Abba per oltre un decennio, tra gli anni Venti e Trenta, è stata il riferimento di un Pirandello non più giocoso, ovvero con il “male” del “giocondo”, ma un Pirandello tristemente ironico oltre la stessa soglia dell’umorismo. Pirandello essendo stato un protagonista nella storia della letteratura ed avendo vissuto ogni attività letteraria in forma pubblica mi sembra doveroso cercare di capire fino a che punto è giunto il legame condizionante.

mercoledì 3 agosto 2016

Da Taranto a Grottaglie fuori dalle città culturali. Guardatevi intorno e poi...


di Pierfranco Bruni 


Una città in amore! Taranto anche per il 2018 è fuori dalle candidate città capitale della cultura. 
Ostuni c'è! 
Non c'è Martina Franca. 
Non c'è la città della Ceramica, Grottaglie. 
Non c'è la messapica Manduria. Ci sono Alghero, La Spezia e la mia Cosenza. 
Sapete le motivazioni delle scelte? 
La progettualità culturale. 
È da epoche che vado sostenendo che la cultura se non ha un progetto ormai è un non senso. 
I piccoli incontri non fanno progetto. Anche le scuole giocano una partita importante. È inutile insistere con il già visto. È un paradosso. 
Grottaglie ha il vuoto culturale eppure avrebbe potuto fare tanto, ma le idee fanno il progetto. 
Taranto ha le solite parole molli e dal 1999 non riesce a realizzare nulla. Scavate e trovate. 
Il nulla culturale. Manduria idem. Visitate Alghero. È il centro della cultura sarda non solo per attività istituzionali, ma anche per idee, mostre serie, eventi che creano circolazione. 
Conosco tutte le 21 città candidate e tutte viaggiano da anni intorno a processi culturali pesanti e veicolanti.