di Pierfranco Bruni
Scrivere
è ascoltarsi. O assentarsi? L'importante è essere percepito. Chi percepisce
vive un viaggio sentito. Oltre ogni linguaggio. Il linguaggio del cinema
diventa comunque spettacolo. Soprattutto rispetto al linguaggio della
scrittura. Il linguaggio del cinema nasce già come immagine e proprio per
questa ha, a priori, la spettacolarizzazione.
Mi
occuperò, in un convegno internazionale di “MEMORIA FIDEI IV” dedicato a:
“L’INQUISIZIONE ROMANA E I SUOI ARCHIVI A, vent’anni dall’apertura
dell’ACDF” che si svolgerà a Roma
dal 15 al 17 maggio prossimo nel salone della BIBLIOTECA DEL SENATO DELLA
REPUBBLICA di filmografia e inquisizione romana e il tema della
spettacolarizzazione è di vitale importanza proprio in quella cinematografia
che si base nello spettacolarizzare la storia.
L’immagine
come dimensione di un raccontare la storia. Nel tema specifico ci sono aspetti
che sono stati attraversati sia per dare risalto a processi storici veri e
propri sia per dare un senso ai nuovi effetti speciali servendosi sempre di
riferimenti che hanno alla base l’elemento storico.
In
questo particolare percorso la filmografia ha dovuto fare i conti, per la
maggior parte delle sue proposte, con la letteratura.
Infatti
il cinema realizza il suo scavo all’interno di una definizione di linguaggi. Il
linguaggio cinematografico ha una sua profonda eredità che nasce dal linguaggio
narrante anche se il linguaggio e il narrato filmico, in più occasioni, non
rispetto fedelmente il tracciato letterario.