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sul blog del Caffè Letterario La Luna e il Drago

sabato 18 agosto 2012

Piume e fiori

di Patrizia Bruggi

Mille e mille anni fa, tra i tanti mondi creati dagli dèi per osservare le stranezze della natura umana, ve ne era uno nel quale pensieri e parole erano visibili a tutti.
Un giorno, infatti, nell’Olimpo, gli dèi, per vincere la noia che li aveva assaliti, vollero concepire un pianeta nel quale uomini e donne sarebbero stati ricoperti di un piumaggio che, lungo tutto l’arco della vita, avrebbe preso la foggia e il colore dei loro pensieri.
E le loro parole si sarebbero trasformate, a seconda dell’intelletto e dei sentimenti che le animavano, nella vegetazione più disparata.
Non passò molto tempo e gli dèi si accorsero che quel mondo iniziava ad animarsi in maniera imprevedibile...
Individui dal piumaggio superbo e sgargiante camminavano a fianco di loro simili quasi implumi, ricoperti solo da rare penne, talmente grigie da sembrare impolverate.
Le parole, che fluivano liberamente, si trasformavano in cascate rigogliose di fiori dai colori scintillanti, altre crescevano timide all’ombra di grandi alberi, altre, ancora, erano rovi saldamente intrecciati, punteggiati da spine velenose e acuminate.
Ma a molti degli uomini e delle donne di quel mondo, camminare fianco a fianco, in quella diversità che saltava così all’occhio, non piacque più.
Così, gli individui dal piumaggio rado e incolore, iniziarono a tendere agguati a chi era ricoperto di piume straordinarie.
Il malcapitato veniva letteralmente spiumato e gli aggressori, una volta spartitisi il bottino, annodavano alle loro misere penne, per mezzo di fili sottili, le piume razziate, andandosene poi in giro superbi, spacciando con arroganza le piume rubate per proprie.
Le piume strappate, però, con l’andare del tempo perdevano inevitabilmente lucentezza, colore, sembravano artefatte. E, peggio, non crescevano di un solo millimetro, come invece faceva il piumaggio di chi era stato assalito, che, in pochi giorni, si trovava ricoperto di un nuovo manto più bello e più forte di prima.
Le aggressioni si moltiplicarono e divisero ulteriormente quel mondo in due.
Quando uno “Spiumato” incrociava un “Ricoperto”, quest’ultimo iniziava a prendersi gioco di lui, a denigrarlo per le piume mancanti o troppo corte, portando addirittura ad esempio la superiorità del suo manto colorato con l’inganno. Talvolta, incitato dai suoi simili, arrivava persino a scacciare il malcapitato in malo modo.
Tutt’attorno, iniziavano a moltiplicarsi le piante infestanti, si rafforzavano i cespugli di spine che soffocavano i fiori profumati e gli alberi secolari.
Finché un giorno, un “Ricoperto”, per mettersi in mostra, prese uno “Spiumato” per la collottola e lo buttò in un dirupo, uccidendolo.
Gli “Spiumati”, terrorizzati, iniziarono a centellinare pensieri e parole e cercarono riparo nelle zone più impervie di quel pianeta.
Ma, più passava il tempo, più il piumaggio fasullo dei “Ricoperti” si staccava e rivelava la vera natura di quegli uomini, che ora, con le loro piume spezzate, penzolanti e scolorite erano inguardabili. Per non parlare dei rovi altissimi e delle piante velenose che rendevano quasi impossibile spostarsi da un luogo all’altro.
Si decise perciò di dare la caccia agli “Spiumati”. Stanandoli e obbligandoli a formulare pensieri e parole, avrebbero potuto assicurare ai “Ricoperti” piume colorate a volontà e tappeti erbosi sui quali camminare liberamente.
Nel giro di pochi giorni, i “Ricoperti” ebbero la meglio. E tutti gli “Spiumati” furono rinchiusi in gabbie di ferro, dentro le mura delle città, obbligati a pensare e parlare in continuazione per soddisfare il vanto dei loro aguzzini.
Il dio del Disincanto, vedendo la situazione di quel mondo, creato un giorno quasi per divertimento, se ne venne fuori dicendo: «Tutto sommato, che si tratti di questo mondo o di un altro, mi sembra che vada a finire sempre nello stesso modo. Gli uni contro gli altri. E gli uni che si fanno belli con i meriti altrui. E sì che questa volta non abbiamo mandato l’Invidia su questo pianeta…»
«Ma abbiamo lasciato che la Natura Umana prosperasse liberamente, non ricordi? Era stato deciso così sin dall’inizio!», rispose la dea della Determinazione.
«Che tutto sia insito allora nella Natura Umana?», chiese meravigliato il dio della Curiosità, «Che tutto abbia origine proprio da lei??»
Nessuno ebbe il coraggio di dire una sola parola, perché rispondere, in quel frangente, sarebbe stato ammettere la possibilità che la Natura Umana, in certi casi, si spingesse persino oltre il potere degli dèi.
Fu deciso unanimemente di lasciare il mondo dei “Ricoperti” e degli “Spiumati” in balia di se stesso. Gli dèi erano convinti che, in fondo, non sarebbe durato ancora per molto.
Al posto suo fu creato un nuovo pianeta, dove tutte le intelligenze e tutti i pensieri sarebbero stati liberi, ma invisibili, dove le parole, solo se seguite dai fatti, avrebbero portato concretezza.
Anche questa volta, non si volle mandare l’Invidia nel nuovo mondo, per rendere agli uomini la vita più facile.
Ma gli dèi, forse, avrebbero dovuto tenere conto del dio della Curiosità e della sua domanda, rimasta purtroppo senza risposta, sulla Natura Umana.

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