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sul blog del Caffè Letterario La Luna e il Drago

sabato 4 aprile 2015

Il Cantico di Pasqua


Veniva da Magdala la donna che salvò la Croce
Il Cantico di Pasqua

 di Pierfranco Bruni

                                                                                       
Ci fu la Croce
a raccogliere i viaggi
oltre Gerusalemme
e Damasco segnò il destino
che lanciò le sfide
ai deserti e ai mari
e tutto fu  detto
in un solo accenno
che tuttora si recita:
cosa è la Verità…

Ma veniva da Magdala
la donna che portava negli occhi le ferite di secoli
e nello sguardo la sabbia del deserto
dei venti degli Orienti
e trovò nella voce dell’uomo di Nazaret
il silenzio che tracciò le verità
di un racconto
che non ha gli orizzonti della fine.

Tutto ebbe un senso
dalla notte di Getsemani
al tradimento di Pietro che rinnegò
la Provvidenza nel tremore del timore
alla corda di Giuda che pagò la sua morte
nel campo di sangue
mentre il pianto di Maria
stringeva di amore
l’odio dei sacerdoti del Tempio.

L’uomo di Nazaret
che ebbe nome Gesù
non venne ascoltato
e noi non avemmo il coraggio
di custodire
i segni della preghiera scavata nella salvezza.

Soltanto con la morte
La sua Passione fu la Passione delle nostre sconfitte
in una disperazione che non conosce la speranza
eppure la Croce fu la voce della disubbidienza
nella ubbidienza di un perduto destino.         

Poi venne la Rivelazione e non un miracolo soltanto
o un miracolo in più
e restammo increduli e tacemmo
senza nulla difendere
in questo Occidente troppo sconfitto
dalle genti che da lontano custodirono la memoria.

Forse troppo tempo Gesù rimase in Croce
o forse il sangue e l’acqua del costato
su di noi scivolarono con il pianto smarrendo la nostalgia.

Veniva da Magdala
la donna che amò Gesù
e che mai rinnegò l’immenso
che non fu capito da Pietro
e che Giuda smarrì nel suo cammino di perdizione
e Pilato non giudicò
pur condannandolo.

Poi ci fu la storia che attraversò il mistero
e il mistero abitò la fede.
Oltre la notte
il buio
e fu l’alba ad ascoltare il nuovo giorno.

Non ci furono più suoni ma tuoni.
Non ci furono più danze ma fughe
e il deserto colpì i cuori.

La Croce fu la dannazione
e Pietro il rinnegatore
disperse il seme della coerenza
con Giuda che cercò Gesù anche dopo il bacio tra gli Ulivi.

Veniva da Magdala la donna che difese la Croce
per amore
soltanto per amore.
Si amarono
nel cerchio e nessuno scagliò una pietra
e si amarono come in un volo
e fu la misericordia sconfitta
nella sensualità vissuta.

Ora è rimasta la nostalgia della profezia
ma tutto è passato tra gli scavi del tempo
e i venditori del Tempio
hanno barattato anche le parole
che un giorno vennero dette
al canto del gallo.
Ancora leggeremo nell’urlo della nebbia
il fruscio degli ulivi
per raccogliere un perdono che non ha dimenticanza nel tradimento consumato
nei giorni che aspettammo amore
e ricevemmo il sale del vento.

Maria Maria Maria
si squarciò in un silenzio
lo specchio
che credemmo fosse un segreto
e bastò uno sguardo
per capire che tutto sarebbe rimasto incompiuto.



Non ritornò a Magdala
e custodì il taglio di un amore mai sconfitto
in una storia che imposero
senza verità alcuna
e che non fu mai dimenticata abbastanza.


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