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sul blog del Caffè Letterario La Luna e il Drago

lunedì 6 luglio 2015

Pierfranco Bruni ad Istanbul con la sua Pietra d’Oriente e un conversare su San Paolo e il Mediterraneo


Picardo: “In Bruni la memoria è un abbraccio”.
Katiaka: “Bruni fa incontrare il Buddismo con il mondo cristiano e sufico”.

La pietra d’Oriente” (Pellegrini in Mondadoristore) di Pierfranco Bruni verrà presentato a Istanbul nella tarda serata di sabato 11 luglio mentre nella Notte della Cultura converserà su “San Paolo: nel suo Oriente il Mediterraneo”. Un tema che sostanzialmente sottolinea proprio il suo libro sul Tempo e il Viaggio in San Paolo


Pierfranco Bruni a Istanbul per raccontare gli Orienti del suo libro “La pietra d’Oriente”  e il suo racconto dedicato a San Paolo: “L’altare della speranza”. Nel romanzo di Bruni si racconta di un incontro tra Gesù e Giuda, tra Maria di Magdala e l’uomo di Nazaret, tra Paolo e Ponzio Pilato. Ma è l’Oriente con il suo fascino e i suoi sguardi che non hanno bisogno di specchi a fare da scenario, attraverso una figura femminile che resta fondamentale e si rivela nell’ultimo capitolo del libro. La donna del segreto è Nadine e collega la presenza degli amanti del Cantico di Asmà e Shadi al camminamento dello sciamano. 

“La pietra d’Oriente” (Pellegrini in Mondadoristore) di Pierfranco Bruni verrà presentato a Istanbul nella tarda serata di sabato 11 luglio mentre nella Notte della Cultura converserà su “San Paolo: nel suo Oriente il Mediterraneo”. Un tema che sostanzialmente sottolinea proprio il suo libro sul Tempo e il Viaggio in San Paolo.
“La pietra d’Oriente” presenta un forte inciso proprio nella condizione geopolitica in cui si trova a vivere il Mediterraneo e l’Oriente nella sua articolazione geografica. È certamente un romanzo, ma come le metafore e l’estetica della filosofia si intrecciano, negli scritti di Pierfranco Bruni, con la letteratura tra prosa e poesia.
<<Nelle pagine di Bruni, ha affermato  Gerardo Picardo, la memoria è un abbraccio o una condanna. Narra di identità non sconfitte eppure dolorose perché “c’è sempre una ruga solcata dalle mani”. Giuda si è smarrito, come Ulisse che ha dovuto combattere la perdizione per ritornare a Penelope e alla sua terra. Il Nazareno e Giuda sono ancora insieme sui sentieri del tempo. “Gesù gli teneva la mano. Non hai sfidato me – gli dice – ti sei voluto sfidare. Il tuo peccato non è il tradimento, è quello di non essere stato capace di resistere e di aspettare. Non hai saputo sperare”. Si è contrapposto alla Verità con una sua verità>>.
Un romanzo già tradotto in diverse lingue offre spazi a chiavi di lettura importanti nell’intreccio tra metafisica e religioni tanto che nell’ultimo capitolo si parla di Tunisi e di una donna con il velo, Nadine, che incontra il suo amante alle porte della Medina.
<<Bruni, attento conoscitore del mondo etnico e religioso mediterraneo e orientale, ha sottolineato la sua interprete Miriam Katiaka, fa incontrare, in una lettura buddista, le fedi, tra cristiani e sufismo, ed è una significativa finestra aperta sulle culture diverse che incontrano il linguaggio della letteratura. Pagine preziose, quelle di Bruni, che toccano l’originalità di un modello letterario tutto vissuto nella trasparenza dell’immaginario e della profondità. Un romanzo viaggio, ma questa volta lo scrittore, servendosi dei monaci camminanti nel deserto, apre un costante colloquio con dei personaggi che sono la sfera del linguaggio”.
Con questo romanzo Pierfranco Bruni, nella continuità del suo ricercare l’essenza nell’anima dei simboli, tocca i rifermenti più alti del dialogare tra la metafora del narrare e una griglia di personaggio che costituiscono i veri archetipi di una letteratura del sogno e della memoria, della magia e dell’incanto grazie ad una tavolozza che ricami i pensieri di un io narrante che diventa il dialogante contatto tra il viaggiatore incantato e il disincanto del silenzio.

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