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sul blog del Caffè Letterario La Luna e il Drago

mercoledì 1 marzo 2017

Pierfranco Bruni propone una lettura del Sud fuori dagli schemi letterari delle valigie di cartone.

Pierfranco Bruni propone una lettura del Sud fuori dagli schemi letterari delle valigie di cartone. Duro attacco di Bruni ad una interpretazione critica di Alvaro realista. Bruni: Alvaro e’ labirintico non realista.
Roma. S.L.S.I.{agenziaslsisindacatoliberoscrittoriitalia}

Pierfranco Bruni: “Sarebbe ora di smetterla con proporre una letteratura meridionale che privilegia le valigie dell’emigrazione e la duplicazione del reale. Rileggiamo Alvaro  Grisi Pirandello con la metafisica dell’estetica antropologica. Alavaro e’ il labirinto delle metafore e non il pianto del realismo”.
 “Una letteratura che ancora racconta i viaggi degli emigranti che partono con le valigie di cartone e con i lacci intrecciati intorno è una obsoleta antropologia che ricalca il familismo amorale che resta depositato negli archivi della storia: è un cattivo esempio che si offre per storicizzare la letteratura del Novecento calabrese e meridionale, una letteratura oltre l’estetica dell’arte”.

Con questa affermazione dura Pierfranco Bruni, Vice presidente del Sindacato Libero Scrittori, e autore di un recente saggio su Corrado Alvaro “Il viaggio accanto” (Ferrari) ha invitato a rileggere la letteratura italiana meridionale fuori dagli schemi realisti e legati ancora ad una formula ideologica.
Ha detto, sempre Bruni, che è necessario partire dal Corrado Alvaro delle memorie e del mondo sommerso per raccontare un’altra letteratura che non sia costante lamento, emigrazione, pianto, donne vestite di nero, denuncia, duplicazione del reale.
La letteratura ha una sua estetica e vive di estetica sia nella Calabria di Alvaro e Grisi che nel Mediterraneo dei Sud. C’è una linea narrativa e poetica di grande dimensione internazionale che va da Alvaro a Calogero, da un certo La Cava a Selvaggi, da Troccoli e da De Angelis a Francesco Grisi. Questi raccontano ciò che è letteratura e fanno letteratura senza mai cadere nelle trappole della sociologia o dell’antropologia ideologizzata”.

Bruni  scende ancora di più nei dettagli: “Ci sono scrittori che sono stati volutamente dimenticati, ma che sono e restano veri scrittori, perché non rientrano in una logica politica. Si continua a commettere un errore che lacera la storia stessa della letteratura. C’è una letteratura che vive di mistero, di religiosità, di forme di estetica alta eppure si continuano a privilegere intrecci sociologici che hanno poco a che fare con la vera e grande letteratura. Sarebbe ora di ripensare e riscrivere una storia della letteratura del Novecento nel Sud e in Calabria”.


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