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sul blog del Caffè Letterario La Luna e il Drago

lunedì 11 settembre 2017

Ovidio accanto a Corinna di Pierfranco Bruni

di 
Evelyn Zappimbulso






L’Ovidio di Pierfranco Bruni racconta anche la metafora e l’amore per Corinna. Il dolce e antico suono della cetra, affreschi di donne amate, vere e surreali, opere sculturee latine e greche che fermano attimi di passione, scorci classici di città eterne, in una ritmata sequenza delicata fanno da cornice alle parole di Pierfranco Bruni nel Video dal titolo: “Ovidio accanto a Corinna…” (https://www.youtube.com/watch?v=9CsLm5xSU0k)  che si racconta come Ovidio nel ricordo di una notte che trascina rimembranze antiche di un amore eterno, non più reale, ma sempre presente nello sguardo di chi è innamorato, per rimanere vivi nel ricordo, perché "si muore nel momento in cui gli occhi di una donna non catturano più".

Nella voce di Pierfanco, novello Ovidio esulo d'amore e di terra natia, si captano "tristia" (tristezze), si avvertono la solitudine e i lamenti dell'esule; la desolazione che lo circonda; il rimpianto di Roma e della vita mondana, rimpianto che, rinnovato, non fa che acuire lo strazio e l'adulazione, spesso insistente, nei confronti del principe nella speranza, inutile, che possa finalmente richiamarlo da una terra lontana quanto barbara, ove la vita è sempre ugualmente grigia e le giornate interminabili.
Basta una notte cantata dal vento ed il pensiero ingabbiante di quell'amore grande, quanto impossibile, per ritrovarsi come Ovidio lontano da Roma, separato ormai da quella società e da quel pubblico cui l'aveva legato un rapporto simbiotico di gioia e vitalità e, come Ovidio, Pierfranco scopre l'essenzialità del dolore, mentre la sua stessa esperienza umana e poetica si scarnifica nella solitudine e nella nostalgia.
L'espressione poetica accompagna questo processo di scavo interiore che, col tempo, si fa sempre più asciutto e sconsolato, perché "la vita non ha logica, non è logica". Ma c'è un passo, dolce, profondo, delicato, di grande cultura letteraria, in cui Pierfranco,praeceptor amoris come Ovidio dell'Ars Amatoria, si riconferma poetico del grande amore quello che si conserva nel nascondiglio della segretezza, perché "i grandi amori sono segreti".

In questo meraviglioso passo, Pierfranco, uomo di rara sensibilità e nobiltà d'animo, che sa porre la donna sul piedistallo del culto antico e eterno della sensualità, recita così, in un misto di forza espressiva e matura convinzione "non si fa morire una donna per amore".

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