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sul blog del Caffè Letterario La Luna e il Drago

sabato 20 novembre 2021

Un ballo alla vita di Antonietta Micali

 

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Recensione a cura di Teresa Laterza 

In un periodo in cui la poesia, purtroppo, non ha sempre il giusto spazio e riconoscimento non mancano poeti degni di essere letti, apprezzati, amati: Antonietta Micali ne è un esempio. 

La poesia è quella via attraverso cui l’anima si connette all’amore universale. Sembra essere dello stesso avviso la nostra autrice che in riferimento alla poesia scrive: «Sono fermamente convinta che la poesia racchiuda in sé tutte le emozioni e le descriva con una forza incredibile, perché la poesia, a mio avviso è letteratura dell’anima e il poeta è una persona che meglio di chiunque riesce a percepire la realtà che lo circonda con una sensibilità quasi esclusiva». 

Sono svariati i temi trattati nella sua silloge Un ballo alla vita (edita da CTL Livorno, anno di pubblicazione 2020, pagg. 84) ma tutti hanno un unico sfondo e il medesimo filo conduttore: l’amore in generale nelle sue varie sfumature e in particolare per la Sicilia, sua terra natia, dai cangianti colori e dalle mille sfaccettature. 

È a questa bellissima isola che la Micali sente di appartenere fin dentro le ossa… Appartenere ad un luogo significa sentire la terra, la natura tutta con il susseguirsi delle stagioni, la pioggia, i venti e gli altri elementi che si mescolano all’unisono con quelli dell’anima fino a che quest’ultima diviene la stessa terra che lambisce i piedi, la medesima pioggia che porta la nostalgia, quel vento amico che scompiglia i pensieri, quell’identico mare, tanto amato, in cui lo sguardo dell’autrice si perde. 

Ed è percepibile nei versi della scrittrice, fino quasi a toccarlo, il forte legame con la terra che l’ha generata. Il modo di esperire e raccontare della Micali è simile per certi versi a quello narrato dal poeta Pablo Neruda nel suo meraviglioso libro di memorie Confesso che ho vissuto nel quale ad un certo punto scrive: «… Io non posso vivere che nella mia terra; non posso vivere senza mettere in essa piedi, mani, orecchie, senza sentire la circolazione delle sue acque e delle sue ombre, senza sentire come le mie radici cercano nelle sue zolle le sostanze materne». La Sicilia, così la natura che la caratterizza, come dichiara la stessa scrittrice nell’introduzione del libro, è dentro di lei. È lei stessa. Sono la stessa cosa.



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