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sul blog del Caffè Letterario La Luna e il Drago

giovedì 28 luglio 2016

Farsi coinvolgere per vivere nella vita nella letteratura: da Pirandello a Giuseppe Berto

di  Pierfranco Bruni 


“È importante  che tu sappia esattamente perché vuoi farti coinvolgere”. È Carlos Castaneda ne “Gli insegnamenti di Don Juan”. Perché ho voluto citare Castaneda? Perché questa frase? Nella vita come nella letteratura occorre fare delle scelte e restare ubbidienti o disubbidire cercando di capire il motivo. Farsi coinvolgere o meno? Restare apparenza o vivere il personaggio che si è, nella vita, o il personaggio che si pensa di incarnare, in letteratura. In un tale percorso certamente vengono chiamati in causa scrittori, tra gli altri, come Pirandello, Kafka, Borges, Ionesco, Giuseppe Berto sino a Francesco Grisi.
Giuseppe Berto e Francesco Grisi
Il sentimento del coinvolgimento (perché, in fondo, andrebbe trattato come tale) è uno scavare nei meandri – ragnatela dell’esistenza. Pirandello ha vissuto il suo male di vivere, ovvero il male oscuro di Berto, trasferendolo, appunto, nei personaggi, i quali sono diventati il tutto in una dimensione in cui la corda della follia è la pura verità di un archetipo.
Gli archetipi diventano, comunque, il superamento della ragione ed anche della fede per restare griglia che cattura il mito attraverso i segni e i simboli. Pirandello, che uscì dal sacro come un camminatore labirintico che trova lo spicchio di luna senza aver conquistato Arianna, è simile al personaggio kafkiano che vive nella metamorfosi ed è comparabile con il solitario viandante di Ionesco che non ha bisogno di luce per ritrovarsi bensì dell’assurdo.
In Borges si raccoglie il paradosso come nello sdoppiamento dell’io narrante in Grisi  che diventa il buio insondabile in Berto. Tra Pirandello e Berto ci sono i simboli di un Mediterraneo disperso e ricomparso tra le pagine. Farsi coinvolgere è cercare il senso trovando l’orizzonte. Pirandello ha la sua Sicilia dei miti, dei simboli, della singolarità araba con le antropologie e il vocabolario linguistico. Berto dalla terra di Calabria vede le luci della Sicilia e quelle luci lo sollevano da suo male oscuro portandolo in una dimensione onirica.


Pirandello è lo scavatore non solo dell’ironia – umorismo ma anche della melanconia onirica. La sua Marta Abba, le cui lettere, almeno trecento, scritte tra il 1926 al 1936, meglio la loro corrispondenza, sono state donate dalla nipote di Marta Abba alla Casa Museo di Pirandello, è propriamente lo specchio di questa melanconia onirica che diventa una costante della sua stessa inquietudine. Quando si legge un periodare del genere: “Ah, Marta mia, per seguitare a lavorare come sto lavorando, bisogna ch’io pensi assolutamente che Tu sei sempre la stessa per me…”, ci si rende conto come sia coinvolto, Pirandello, in un destino travolgente e senza un tale coinvolgimento neppure la sua Opera avrebbe avuto senso.Lasciarsi coinvolgere è nello spazio della propria intimità che diventa priorità, per lo scrittore, per inventarsi una diversa o nuova vita grazie alla impalcatura dei personaggi che si agitano nell’anima e sulla pagina. Addirittura nel 1931 scriverà a Marta Abba: “Scrivimi, fatti viva, ho tutta la mia vita in Te, la mia arte sei Tu; senza il Tuo respiro muore”. Ecco il sentimento del coinvolgimento che Castaneda richiama  come elemento fondamentale nella vita e nella scrittura. Uguale tensione si gioca in Berto. I suoi romanzi sono il coinvolgimento dell’uomo nella scrittura. Come la rivolta diventa il coinvolgimento della scrittura di Camus.
Tutto questo ha bisogno della maschera perché tutto ciò ha una sua profondità come negli orizzonti nicciani. Se tutto ciò che è profondo ama la maschera, la maschera stessa non è però lo specchio. Una contrapposizione , in questo caso, di senso, sempre di contraddizione si tratta però. Lasciarsi coinvolgere nel profondo e dal profondo per sentire la vera energia che giunge da mondi misteriosi.
Pirandello porta negli occhi la magia della sua terra. Berto la conquista in Calabria. Kafka nel sua castello. Grisi nel suo viaggio. Tutto questo è un coinvolgimento di affinità. Se mancano le affinità neppure la scrittura trova il suo centro. Ed è il mistero che avvolge il luogo degli infiniti dei linguaggi. In Pirandello come in Berto e in tutta la letteratura che vive di coinvolgimenti di anima e di energia.

Appunto Castaneda ci permette di leggere la scrittura attraverso il coinvolgimento di energie. Pirandello è dentro questo essere nel tempo. Questo itinerario l’ho percorso nel mio recente libro dedicato a Pirandello “Il tragico e la follia” (Nemapress) lungo il quale ho tracciato un vissuto tra segni sciamanici e letteratura.

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