
Le istallazioni ambientali site specific “Scavi di Luce”, realizzate dell’affermato artista tarantino Giulio De Mitri, inaugureranno venerdì 29 dicembre la “Notte bianca dell’Archeologia” a Taranto e resteranno aperte sino al 6 gennaio.
Necropoli greca di via Marche
Cripta del Redentore di via Terni
TARANTO – Dal 22 dicembre al 6 gennaio, i siti del circuito gestito dall'ATI (Taranto sotterranea) con il progetto “Percorsi di Archeologia Urbana/Taranto Sotterranea” offriranno un fitto carnet di eventi culturali con visite guidate, didattica, conferenze, seminari, teatro, installazioni ambientali di arte contemporanea, mostre documentarie, e con una significativa giornata clou, la “Notte bianca dell’Archeologia, che si terrà il 29 dicembre p.v.
Necropoli greca di via Marche
Cripta del Redentore di via Terni
TARANTO – Dal 22 dicembre al 6 gennaio, i siti del circuito gestito dall'ATI (Taranto sotterranea) con il progetto “Percorsi di Archeologia Urbana/Taranto Sotterranea” offriranno un fitto carnet di eventi culturali con visite guidate, didattica, conferenze, seminari, teatro, installazioni ambientali di arte contemporanea, mostre documentarie, e con una significativa giornata clou, la “Notte bianca dell’Archeologia, che si terrà il 29 dicembre p.v.
Gli eventi culturali sono promossi dalle cooperative Ethra, Nove Lune e Polisviluppo (costituitesi in Associazione Temporanea d’Imprese), in collaborazione con l’associazione “Terra” e con la disponibilità della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Brindisi, Lecce e Taranto.
Gli eventi culturali vivranno il loro momento più importante sia nella Necropoli greca di via Marche che nella Cripta del Redentore di via Terni, con le istallazioni ambientali site specific “Scavi di Luce”, realizzate dell’affermato artista tarantino Giulio De Mitri, che inaugureranno venerdì 29 dicembre la “Notte bianca dell’Archeologia” e resteranno aperte sino al 6 gennaio.
Le due installazioni, fondate su una ricerca profonda nella storia, nella memoria collettiva, nel mito; dalla filosofia greca alla letteratura contemporanea, innescano una serie illimitate di riflessioni: dalla «Necropoli greca del VI-V secolo a.C. che diventa – scrive nel testo di presentazione il critico e curatore Roberto Lacarbonara – la scena di una palingenesi, il riaffiorare di una luce immateriale proveniente dalla fredda compattezza della terra.

Attraverso i dodici gradini che conducono alla tomba a camera di età romana, si giunge nei pressi delle tre piccole edicole semicircolari, un tempo dedite ad accogliere le urne cinerarie. Parte da qui l’incontro con la luce nuova con cui Giulio De Mitri incede nello spazio sacro dell’ipogeo.» (…)
Nessun commento:
Posta un commento