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venerdì 2 marzo 2018

TEUTA La regina “pirata” del mondo Illirico, in uno studio di Pierfranco Bruni


con Cartella e schede di Anna Montella
di Pierfranco Bruni

A Teuta ho dedicato uno studio (in versi, con dei capitoli anche in lingua albanese tradotti dal poeta e saggista Arian Kalko)  in una Cartella con schede,  la cui eleganza grafica è stata realizzata da Anna Montella, che ripercorre frammenti di “magia” della regina illirica. Lo studio è parte integrante del Progetto Etnie del Mibact che ha avuto, in questo caso, la collaborazione importante del Caffè Letterario “La Luna e il Drago”.


Si racconta che Teuta, regina dell’Illiria, si tolse la vita ritenendo troppo umilianti le condizioni imposte dai romani. Siamo nel III sec a. C., in un’epoca in cui l’Illiria intrecciava il mare Adriatico a una cultura espressa attraverso la lingua indoeuropea.
Teuta fu una regina che accettò la pirateria in quel lembo di mare che univa la visione adriatica delle civiltà ad un modello prettamente mediterraneo. Amava molto la sua terra e il suo popolo che aveva radici nel modello italico, rappresentante di una geografia all’interno di una dimensione in cui il senso dell’appartenenza al mare significava attribuire una ragione ad un viaggio in cui le eredità e le identità conducevano oltre il concetto filosofico di infinito.

Gli Illiri esercitavano la pirateria, e questo rappresenta uno dei punti cardine per comprendere la visione di Teuta, moglie del re Agrone, entrambi appartenenti alla tribù degli Ardiaei. La capitale del loro territorio era Shkodra, l’attuale Scutari in Albania.
Se si osserva la geografia dell’Albania, Scutari si trova nell’interno, in quella parte di Illiria che, insieme al territorio di Apollonia, divenne romana, latina. Una regione che continua a vivere una dimensione in cui il senso della realtà geopolitica diviene una realtà geo-esistenziale.
La penisola balcanica possiede una geografia in cui gli intrecci sono sia di terra che di mare e al cui centro rimane il contatto importante con l’Adriatico. È l’Adriatico a legare la terra d’Albania con le terre latine e, quindi, anche con l’Italia.
A narrare di Teuta, pur non amandola, fu Polibio nelle sue Storie. Polibio, che univa la Grecia e Roma, vedeva nell’Illiria e in Teuta una personalità di spicco ma di grande pericolosità. La regina, infatti, causò la prima di una lunga serie di guerre illiriche contro Roma, la cui prima stagione si consumò tra il 229 e il 228 a. C.
Come esplose la prima guerra illirica? Polibio racconta che dopo una visita in Illiria da parte di alcuni ambasciatori romani, tra cui l’ambasciatore Lucio, questi disse a Teuta: “… cercheremo, con l’aiuto divino, di costringerti con forza e rapidamente a correggere le consuetudini dei re verso gli Illiri”.
Teuta, per tutta risposta, fece uccidere Lucio proprio nel momento dell’imbarco.
La reazione di Roma fu immediata. Il senato romano fece esplodere la realtà di un realtà geografica problematica (quella dell’Adriatico illirico) mediante il “casus belli”, che permise di votare al senato una risoluzione per una guerra immediata. La prima guerra illirico-romana esplose nella primavera del 229 a. C.
Questi conflitti prostrarono l’Illiria e determinarono una rottura diplomatica e militare  tra Teuta e Roma. I consoli che vennero inviati in Illiria furono Gneo Fulvio e Lucio Postumio, ma non ottennero la sperata pacificazione.
Durante il conflitto, Teuta fu costretta alla fuga e, insieme a un gruppo di fedeli, si rifugiò a Rizone nelle Bocche di Cattaro, realtà territoriale fortificata lontana dal mare.  Tuttavia ciò non bastò perché le condizioni per una pace definitiva non convinsero Teuta. Questo fu il motivo, la causa, che la spinse ad una morte “dignitosa”.
La leggenda, infatti, narra che si tolse la vita. Non sappiamo come e quando, Polibio non ci lascia tracce di quando Teuta si diede la morte, però si narra che già durante la seconda guerra illirica la regina era morta, ovvero intorno al 219 a. C.
La figura di Teuta resta un punto di riferimento importante per capire i rapporti tra mondo orientale, illirico e il mondo occidentale. Dimenticarla significherebbe ignorare tutto un percorso che c’è stato tra Illiria, Adriatico, Grecia e Roma e significherebbe anche dimenticare il processo culturale storico-politico che si è vissuto ad Apollonia, importante cittadina culturale.
Apollonia rimase una fortezza, le cui testimonianze costituiscono una ricchezza archeologica imponente e questa ricchezza chiama in causa modelli mitici e figure leggendarie come, appunto, la regina Teuta che non disdegnò un appoggio ai pirati e che venne definita “donna pirata”.
Il mito è uno strumento fondamentale per capire il legame tra Apollonia e le coste di Brindisi, ovvero di quella zona denominata “l’area greca” della Magna Grecia.
La regina illirica rimarrà sempre una figura mitica e leggendaria all’interno del legame tra Oriente ed Occidente.
La popolazione illirica parlava una lingua indoeuropea. Ciò apre un confronto tra il mondo adriatico, il mondo ionico- mediterraneo e quello mediterraneo che si spinge oltre il Tirreno. Teuta, una figura leggendaria nella storia e nella realtà mitico - geografica di una terra chiamata Albania.
A Teuta ho dedicato uno studio (in versi, con dei capitoli anche in lingua albanese tradotti dal poeta e saggista Arian Kalko)  in una Cartella con schede,  la cui eleganza grafica è stata realizzata da Anna Montella, che ripercorre frammenti di “magia” della regina illirica. Lo studio è parte integrante del Progetto Etnie del Mibact che ha avuto, in questo caso, la collaborazione importante del Caffè Letterario “La Luna e il Drago”.


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