Basta con la
retorica!
Il Convegno della
Magna Grecia di Taranto è l’incapacità culturale di una città assente dalla
progettualità degli eventi. Ma l’Istituto con quali fondi si gestisce?
di Pierfranco Bruni
Siamo alla solita
demagogia. Al grido: Siamo stati “scippati”. Non è così. La questione relativa al mancato
finanziamento del Convegno di Studi per la Magna Grecia di
Taranto apre una nuova polemica. Non ho mai gradito le interpretazioni
populiste per affrontare qualsiasi problema. Bisogna aggiornarsi suoi nuovi
moduli culturali.
Credo che sia
necessario entrare nei radicamenti di una chiave di lettura. Potrei
politicamente avvantaggiarmi di un tale aspetto, (perché io non mai cambiato
casacca), ma voglio ragionare da tecnico e da persona che fa parte di diverse
commissioni per la valutazione di progetti inerenti attività convegnistica e
culturale in senso lato.
Attenzione! Il
Convegno non è stato finanziato. E l’Istituto con quali fondi vive? Con quelli
del Mibact?
Non bisogna parlare
come ennesimo scippo. Non è uno scippo. Cosa significa “scippare”? Taranto dal 1960 in poi ha sviluppato i
suoi Convegni e ogni anno, almeno dal 1980, si è minacciato di trasferire il
convegno altrove per mancanza di finanziamenti.
D’altronde le
Università cosa ci stanno a fare?
Credo però che il
problema sia di altra natura sulla quale più volte mi sono soffermato toccando
con mano i vari aspetti. La verità
concreta è la mancanza di un Progetto culturale di una Taranto Mediterranea, e se
si vuole di una Taranto che sappia
guardare al bene culturale con modernità. È nella ragione dei cambiamenti.