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sul blog del Caffè Letterario La Luna e il Drago

mercoledì 21 febbraio 2018

Taranto ha bisogno di un articolato Progetto CULTURA

Basta con la retorica!
Il Convegno della Magna Grecia di Taranto è l’incapacità culturale di una città assente dalla progettualità degli eventi. Ma l’Istituto con quali fondi si gestisce?

di Pierfranco Bruni

Siamo alla solita demagogia. Al grido: Siamo stati “scippati”. Non  è così. La questione relativa al mancato finanziamento del Convegno di Studi per la Magna Grecia di Taranto apre una nuova polemica. Non ho mai gradito le interpretazioni populiste per affrontare qualsiasi problema. Bisogna aggiornarsi suoi nuovi moduli culturali. 
Credo che sia necessario entrare nei radicamenti di una chiave di lettura. Potrei politicamente avvantaggiarmi di un tale aspetto, (perché io non mai cambiato casacca), ma voglio ragionare da tecnico e da persona che fa parte di diverse commissioni per la valutazione di progetti inerenti attività convegnistica e culturale in senso lato.
Attenzione! Il Convegno non è stato finanziato. E l’Istituto con quali fondi vive? Con quelli del Mibact?
Non bisogna parlare come ennesimo scippo. Non è uno scippo. Cosa significa “scippare”? Taranto dal 1960 in poi ha sviluppato i suoi Convegni e ogni anno, almeno dal 1980, si è minacciato di trasferire il convegno altrove per mancanza di finanziamenti.
D’altronde le Università cosa ci stanno a fare?
Credo però che il problema sia di altra natura sulla quale più volte mi sono soffermato toccando con mano i vari aspetti.  La verità concreta è la mancanza di un Progetto culturale di una Taranto Mediterranea, e se si  vuole di una Taranto che sappia guardare al bene culturale con modernità. È nella ragione dei cambiamenti.

lunedì 19 febbraio 2018

Grottaglie: l’ex-convento dei Cappuccini in un libro con foto e documenti inediti. Un pezzo di storia che viene restituito alla Città e alle nuove generazioni.

Verrà presentato il 1° marzo 2018 ore 10.30 presso l’Aula Magna del Liceo Moscati di via Sant’Elia, negli ambiti della Settimana della Cultura promossa ed organizzata dallo stesso Liceo, Dirigente Scolastica Anna STURINO, il volume di recentissima pubblicazione: NOI, Le ragazze del Convento dei Cappuccini (Lu “Spiziu” di Grottaglie raccontato alla Città) di Anna MONTELLA, Curatrice del Caffè Letterario La Luna e il Drago, Autrice di narrativa, Operatore culturale e della comunicazione.


Un progetto realizzato a scopo didattico/culturale negli ambiti delle attività del Caffè Letterario La Luna e il Drago per la valorizzazione del territorio e il recupero della memoria storica in collaborazione con Ministero dei Beni e delle Attività culturali e del turismo Progetto Etnie–Letteratura e prefazione di Pierfranco BRUNI, Direttore Archeologo Responsabile Progetto Etnie Letteratura del MIBACT.
L’evento sarà coordinato da Maria Maddalena CAVALLO, Capo Dipartimento Lettere Liceo Moscati di Grottaglie.

Le ragazze che vissero il Convento dei Cappuccini non solo si raccontano, ma ricostruiscono un viaggio storico attraverso una fitta documentazione e un costante testimoniarsi consegnando alle nuove generazioni e alla Città un pezzo della sua storia e restituendo, altresì, al Convento la dignità storica e la sua identità.

Un viaggio attraverso il tempo, dalla fondazione del Convento, nel 1586, ai giorni nostri. Trecento anni di apostolato cappuccino, cento anni di ospizio di mendicità, sessant’ anni di orfanatrofio femminile. E a cavallo tra l’ospizio di mendicità e l’orfanatrofio, l’apostolato delle suore Compassioniste Serve di Maria che a Grottaglie, in quel convento, hanno operato per 92 anni e hanno regalato alla città una figura splendida, quella di Madre Maria GOGLIA (croce di guerra al valor militare sul campo) già priora generale, le cui pagine di vita si sono intrecciate con la storia nazionale e che, dai primi anni ‘70 fino alla chiusura del 1986, è stata superiora economa del collegio di Grottaglie. Il tutto corredato da testimonianze fotografiche e documenti inediti.

Un libro unico nel suo genere che, semplicemente, prima non c’era. Con la collaborazione, per la ricerca storica, di Carmela MONTELLA e Antonietta TERRIBILE; fotografia di Carmela MONTELLA e grafica di copertina a cura di Michele MANISI.

 

sabato 17 febbraio 2018

Giuseppe Galasso, scomparso recentemente Uno storico che pose la questione del Mediterraneo come centralità europea

Un amico di antica data
di Pierfranco Bruni

In molte occasioni ebbi modo di frequentare Giuseppe Galasso, scomparso recentemente (Napoli, 1929 – Pozzuoli 2018), nel periodo in cui rivestiva la carica di Sottosegretario al Ministero dei beni culturali, a partire dal 1983 fino al 1987, durante il governo di Bettino Craxi. Dal 1988 al 1989 fu Sottosegretario al Ministero per l’intervento straordinario nel Mezzogiorno, con i Governi De Mita e poi Andreotti. In quel contesto discutemmo più volte sul ruolo della cultura e dei beni culturali sia a Roma che in altre città italiane.
La discussione verteva su come creare un forte legame tra la tutela e la capacità di fruizione dei modelli culturali, come creare un modello di valorizzazione e di conservazione, non solo dei beni culturali in sé, ma anche intesi come paesaggio, ambiente, realtà di una geografia sia reale che metafisica.
Fu allora, nel 1985, che nacque il cosiddetto “Decreto Galasso”, ovvero Legge Galasso, che garantiva una maggiore protezione al paesaggio incastonandosi all’interno dei processi storici dei beni culturali - archeologi e, allo stesso tempo, divenendo punto di riferimento di una società che guardava con attenzione ai nuovi saperi.
In quegli anni l’apporto di Giuseppe Galasso fu determinante. Storico del Medioevo e dell’età moderna, laureato in Lettere e Filosofia, Galasso fu uno studioso attento e rigoroso con un’ampia visione storica che contemplava tutte le direzioni, da Benedetto Croce ad Antonio Gramsci, passando attraverso la dimensione del Risorgimento e il contesto meridionalista.

lunedì 12 febbraio 2018

Isabella Morra uccisa dai fratelli per essere stata l’amante di Diego Sandoval?

Si parlerà a Cosenza  -  Biblioteca Nazionale 
di Pierfranco Bruni

“La doglia eterna” della poetessa di Valsinni! Si parlerà a Cosenza di Isabella Morra il 26 febbraio prossimo nella Sala della Biblioteca Nazionale grazie al Convegno di Cultura Maria Cristina di Savoia presieduto da Angela Gatto. Poesia e morte. Un binomio antico. Ha attraversato intere generazioni. Ritorna spesso. Ma è la poesia che fa discutere di questi intrecci. Chi ricorda più la tragedia della poetessa Isabella Morra? Era il 1546 quando Isabella Morra veniva uccisa. Aveva 26 anni. Ed era bella.
Bella con i sogni tra i versi e le parole che raccontavano solitudini nel tempo perduto in un feudo tra la Calabria e la Basilicata. Suo padre era il signore di Favale.
Un feudo nella valle del Sinní. Era avverso agli spagnoli e quando i francesi vennero scacciati dal Regno di Napoli il padre di Isabella si rifugiò in Francia. Isabella fu affidata alla cura dei fratelli che la costrinsero a vivere in una tragica solitudine.
 Isabella si innamorò del poeta Diego Sandoval de Castro sposato con Antonia Caracciolo. I fratelli appena scoperta la relazione, senza pensarci due volte, uccisero Isabella e poco dopo tesero un agguato al suo amante e lo trucidarono.

domenica 11 febbraio 2018

LECTIO MAGISTRALIS DI PIERFRANCO BRUNI: PERSONAGGIO SI NASCE

www.ferrarieditore.it                                                                                                              Comunicato stampa




LECTIO MAGISTRALIS DI PIERFRANCO BRUNI: PERSONAGGIO SI NASCE

QUANDO: lunedì 26 febbraio 2018, ore 11.00
DOVE: Aula Magna Liceo Giuseppe Berto - Vibo Valentia


Lunedì 26 febbraio 2018, alle ore 11.00, il Liceo Giuseppe Berto di Vibo Valentia, ospiterà uno dei più rinomati studiosi italiani di Luigi Pirandello: Pierfranco Bruni. 
Un’opportunità di grande formazione e interesse per gli studenti, resa possibile grazie all’interesse e all’organizzazione della dirigente scolastica Caterina Calabrese e della docente Teresa Stella,

Pierfranco Bruni, scrittore intellettuale, poeta e italianista, è nato in Calabria ma vive in Puglia. Direttore archeologo del progetto Etnie/Letteratura del Mibact e ambasciatore arbëresh nel mondo, ha viaggiato molto, approdando a Vienna come in Turchia, dove ha avuto sempre contatti con importanti istituzioni culturali pubbliche e private. La passione per la letteratura ha ispirato fin dall'inizio la sua attività di acuto saggista e di narratore.
Le sue ricerche si sono sempre focalizzate sul tentativo di tracciare nuovi percorsi interdisciplinari tra letteratura filosofica, storia delle idee e antropologia.
Pierfranco Bruni è ormai ben affermato come studioso di letteratura italiana e comparata e in particolare è riconosciuto tra i maggiori studiosi e divulgatori dell'opera di Pirandello, d’Annunzio, Pavese, Grisi, Alvaro.
L'incontro, suddiviso in due momenti, vedrà una Lectio Magistralis dello scrittore, tratta dal suo ultimo libro “Personaggio si nasce” (Ferrari Editore), incentrata sul concetto di “maschere pirandelliane nella contemporaneità che ci attraversa”.
Seguirà uno spazio per un dibattito durante il quale potranno intervenire gli studenti.




giovedì 8 febbraio 2018

PRESENZA LUCANA – 28° ANNO QUADERNO MEDICO – Sherlock Holmes al letto del malato

E’ stato presentato dal dott. Vincenzo Morrone (Dirigente cardiologo Ospedale SS. Annunziata di Taranto), presso la sede dell’Associazione Culturale Presenza Lucana, un interessante argomento, inserito nella cartella “Quaderno Medico”, dal titolo “Sherlock Holmes al letto del malato: Analogia tra metodo investigativo poliziesco e metodo clinico”.
Il dott. Nicola Baldi (Già Primario cardiologo presso l’Ospedale SS. Annunziata di Taranto) ha introdotto l’argomento, analizzando il titolo che l’autore ha dato al suo studio.
Come si realizza il procedimento diagnostico e quali analogie esso ha con un’attività d’indagine che è formulata per giungere a un’ipotesi per l’accertamento di un delitto.
Per questo i due metodi proposti dal relatore, nel titolo, hanno delle affinità interessanti.
Più volte capita di raccogliere una serie di esami, di metterli sul tavolo, e vedere, poi, quali attinenze ci sono per effettuare una diagnosi. E’ questo un’inversione del processo diagnostico cui si va incontro con maggiore frequenza. E’, certamente, un problema molto grave cui occorre porre un rimedio, nel breve tempo.

giovedì 1 febbraio 2018

E' morto Roberto Caprara. Uno dei maggiori studiosi tra la cultura del Medioevo della Sardegna e il Rupestre pugliese


Pierfranco Bruni



Uno dei suoi primi amori è stata la Sardegna. Il territorio di Sassari, dove ha lavorato in Università per vent’anni, è stato uno dei nuclei centrali delle sue ricerche sulla cultura medioevali e rupestre. Roberto Caprara, archeologo e storico di architettura è morto il 31 gennaio. Era nato il 20 agosto del 1930 a Massafra, una bella cittadina della provincia di Taranto. Roberto Caprara era stato un attento studioso di archeologia medievale. Docente all’Università di Sassari, condusse in Sardegna diversi studi e ricerche. La Sardegna era dentro la sua anima, il suo cuore, il suo linguaggio e le sue parole. Quella civiltà rupestre, sarda, diventerà parte integrante degli studi successivi.
Un archeologo che seppe legare il sapere della terra al sapere e alla saggezza dei reperti. I reperti comprati dalla terra e scavati dentro l’humus ci fanno comprendere i percorsi storici in sé, l’intera impalcatura architettonica e i modelli di civiltà che hanno sempre rappresentato un confronto con tutte le altre arti, compresa quella contemporanea. Si era occupato di architettura rupestre. Laureato in Linguistica, poneva all’attenzione il legame tra lingua e archeologia, tra lingua e civiltà rupestre. Si era formato con veri e propri maestri tra cui  Giovanni Nencioni (Presidente all’Accademia della Crusca) e Giovanni Alessio, il quale aveva dato alle stampe il famosissimo “Dizionario etimologico della lingua italiana” insieme a Carlo Battisti.